Ogni anno più di 100 persone in Italia subiscono abusi a causa del loro orientamento sessuale o identità di genere secondo l’Arcigay, la più grande associazione LGBTI italiana. Numeri probabilmente inferiori alla realtà effettiva del problema, perché basati sulle denunce e sugli avvenimenti segnalati che hanno raggiunto i mass media. Secondo l'associazione rimarrebbero nell’ombra almeno altrettanti episodi.
L’Italia è al trentaseiesimo posto su 49 in Europa nella classifica Rainbow Europe di Ilga sui diritti umani di persone omosessuali, bisessuali e transessuali. In oltre un terzo degli Stati del mondo l'omosessualità è reato, in 13 vige ancora la pena di morte.
Intanto in Australia si celebra il primo anniversario dell’approvazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso (15 Novembre 2018). Un’occasione importante per riflettere sullo stato dei diritti della comunità LGBTI.
In particolare uno studio lega questi argomenti alla comunità italiana in Australia. “Graduate Migration Out of Italy: Predictors and Pay-Offs”, uno studio del professor Recchia dell'Istituto di Studi Politici di Parigi, evidenzia come una delle ragioni emergenti alla base della nuova emigrazione italiana all'estero sia proprio la necessità di poter esprimere liberamente la propria omosessualità, senza subire condizionamenti sociali e culturali.
Ma quali sono le differenze tra il vivere la propria omosessualità in Italia o in Australia? SBS Italian ha raccolto la testimonianza di Michele Autore Marafon.
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Michele, originario di Palermo, è arrivato a Melbourne meno di un anno fa con il suo compagno. Sul suo profilo Facebook ha condiviso le sue prime impressioni sulla vita Down Under: ”Sono fuori dall’Italia da quasi cinque mesi, vivo in una realtà multiculturale e multicolore, sono un immigrato gay che lavora e studia. Vengo trattato al pari dei residenti e a volte anche meglio solo perché sono Italiano. Sempre meno mi riconosco in questo popolo arrogante, mafioso e razzista. Italia uguale fallimento”.
Le sue parole hanno sollevato un mare di reazioni. Da una parte auguri e parole di incoraggiamento per la sua ‘scelta coraggiosa’ di viversi più liberamente e di scegliere un contesto in cui ci si senta più a proprio agio di farlo, e dall’altra commenti molto pesanti e critiche.
In Australia Michele ha trovato ‘una realtà splendida’. Vivere la sua relazione e poterla condividere in ambito lavorativo e con i propri amici senza paura di pregiudizio è considerato ‘normale’ Down Under, spiega, proprio come dovrebbe essere, secondo lui, in Italia.
Queste differenze, secondo Michele sono ‘politico-culturali’; come "ci sono voluti molti anni per eliminare dallo statuto italiano l’omosessualità come malattia" così le istituzioni devono eliminare lo stigma e insegnare che l’omofobia è una forma di razzismo e come tale va combattuta.

Michele Autore Marafono drinking an Italian spritz in Melbourne Source: Courtesy of Michele Autore Marafon
Michele ha scritto la sua riflessione a seguito di alcuni episodi di omofobia successi in Italia che hanno colpito persone ‘solo perché ci si è scambiati un bacio innocente con il proprio compagno o la propria compagna in strada’. “Mi sono quasi vergognato di essere italiano”, ha aggiunto.
Michele ha notato, nei suoi primi mesi di vita agli antipodi, come in Australia si incontrino popoli di culture diverse e di colori diversi, proprio come è successo per secoli nella storia della sua amata isola d’origine.
Immigrare significa, secondo Michele, anche decidere di essere 'diversi' rispetto al contesto in cui si vive e accettare che questa diversità, in qualunque modo si manifesti, sia normale.