Francesco Bonami, uno dei più noti critici d'arte in Italia, fece uscire qualche anno fa un libro dal titolo "Lo potevo fare anch'io. Perché l'arte contemporanea è davvero arte" (2007).
Il volume - poi divenuto un bestseller - parte dal presupposto che di fronte ad alcune opere di arte contemporanea chiunque, almeno una volta, si sia chiesto come una tela strappata o un segno astratto possano essere considerati arte.
Le opere di Alberto Burri (1915-1995) potrebbero suscitare interrogativi simili. Alcuni critici d’arte contemporanei del maestro umbro, di fronte ai suoi sacchi strappati di iuta, alle plastiche squagliate e ai legni bruciati, hanno definito il suo lavoro “brutto” e inutile.
Eppure oggi Burri è considerato il padre della pittura contemporanea italiana, e non solo.
“Burri vive in un contesto storico, quello del Novecento, drammatico dal punto di vista storico fatto di guerre e scontri di ideologie”, spiega la storica dell’arte Roberta Crisci-Richardson, “e l’esperienza fondamentale della vita e dell’arte di Burri è il suo coinvolgimento nella Campagna d’Africa, nel 1935, durante la Seconda Guerra Mondiale”.

: The preview of the anthological exhibition "Burri - La Pittura Irriducibile Presenza" about the work of the italian artist Alberto Burri at Cini Foundation at Source: Roberto Serra - Iguana Press/Getty Images
Burri si arruola come medico-soldato con Mussolini nel 1941 e poco dopo viene catturato dall’esercito alleato e trasferito in un campo di prigionia in Texas, USA.
“Un campo per prigionieri ‘irriducibili’: Burri infatti non è propenso ad abbandonare la propria fede politica”, racconta Crisci-Richardson.
Burri non rinnegherà mai la sua adesione al fascismo eppure gli orrori della guerra, la disfatta dell’esercito italiano e la prigionia segnano per sempre la sua vita e il suo lavoro.
Tornato in Italia, si trasferisce a Roma dove abbandona la carriera medica per diventare artista.
Ma i suoi primi passi non sono facili. Quando nel 1959 una sua opera - il “Grande Sacco” - fu esposta alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, un esponente del PCI chiese al governo dell’epoca in un’interrogazione parlamentare quale fosse la cifra pagata dal museo per la “vecchia e sdrucita tela da imballaggio che, sotto il titolo di ‘Grande sacco’, è stata messa in cornice da tal Alberto Burri”.
La vita e l’arte di Alberto Burri sono al centro di un incontro organizzato Associazione Umbria ed Amici del Victoria dal titolo “PARLANDO TACENDO. Alberto Burri 1915-1995. The Umbrian master at the cutting edge of contemporary art” il 9 febbraio 2021 alle 18:30 al COASIT di Melbourne.
Una lezione a cura di Roberta Crisci-Richardson.
Ascolta Roberta Crisci-Richardson su Alberto Burri:
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