Andrea Tindiani è emigrato in Australia nel 2012 e nell’arco di un anno non solo ha trovato un’azienda pronta a sponsorizzarlo (tramite un visto 457) ma ha anche incontrato la donna che sarebbe diventata di lì a poco la madre di suo figlio.
Con la stessa velocità, la situazione è però anche cambiata: la sua relazione è finita poco dopo la nascita di Marley, che oggi ha 8 anni, e nel 2016 Andrea ha perso il lavoro vedendo sfumare davanti agli occhi la possibilità di ottenere un visto permanente che pensava di avere già in tasca.
“All’epoca con la mamma di Marley non ci siamo sposati, cosa che mi avrebbe garantito di ottenere la residenza permanente.
Quando ho perso lo sponsor nel 2015, mi sono stati dati 28 giorni per trovarne un altro o rischiavo di dover lasciare l’Australia”, racconta Andrea ai microfoni di SBS Italian.
Dopo il secondo Working Holiday Visa che ha ottenuto grazie agli 88 giorni di lavori agricoli lavorati durante il suo primo anno di permanenza, dal 2017 al 2019 , Andrea ha richiesto e ottenuto diversi visti studenteschi fino a quando nel 2021 il Dipartimento di Immigrazione gli ha rifiutato una richiesto di visto permanente.
Dal 2021, Andrea ha un "Bridging Visa".
Il 20 giugno Andrea presenterà il suo caso al tribunale per appellarsi al Ministro dell’Immigrazione Andrew Giles affinchè gli conceda un visto permanente per poter rimanere nel Paese.
“Per me Marley è un po’ un proposito della vita, quando è nato il mio mondo è cambiato e ho capito che la mia vita non la stavo vivendo più per me stesso ma per diventare un tramite di valori, per aiutare una persona a crescere e a capire chi è.
Facendo ciò ho imparato anche molte cose su me stesso e che essere padre è la cosa più importante che ti possa capitare nella vita”.

Andrea Tindiani e suo figlio Marley. Credit: Image provided
"Mio figlio è australiano, la madre è australiana: siamo una famiglia australiana, semplicemente io non sono nato qua".
Andrea ha lanciato una petizione online per raccogliere 30 mila firme da presentare al Ministro e raccogliere fondi per affrontare le spese legali.