Nel 2019 Anna Mancini ha girato la penisola con Cristiano De André, aprendo i concerti del tour “Storia di un impiegato”, esibendosi anche con lui nel corso del secondo tempo dello spettacolo. Durante il periodo del lockdown dovuta all’emergenza causata dal Covid-19 è uscito il suo ultimo lavoro dal titolo “Phaenomena”.
“Io e Cristiano ci siamo conosciuti proprio l’anno scorso, lui aveva appena iniziato il suo tour “Storia di un impiegato”. Mi ascoltò e gli piacque quello che facevo, quindi mi propose di aprire un suo concerto, poi dopo quella serata disse che gli avrebbe fatto piacere portarmi con sé per l’intera tournée. Oltre ad esibirmi prima del concerto, dopo qualche serata preparammo anche delle canzoni da suonare insieme durante lo spettacolo. Fu molto bello.”
Quali sono stati i tuoi ascolti e gli artisti che ti hanno influenzato?

Source: Supplied
“Ho iniziato a suonare la chitarra quando ho scoperto i Led Zeppelin, quindi mi sono fissata con Jimmy Page e ho cominciato ad ascoltare tutta quella scena anni ’70, per poi sfociare nel metal come tutti, ho avuto le mie band adolescenziali con cui suonavamo rock piuttosto pesante. Poi gli ascolti sono diventati molto vari.”
Com’è stata la realizzazione di “Phaenomena”?
“Il disco l’ho registrato in studio da Marco Messina, che mi ha supportato nella sua realizzazione. È un album di 5 tracce, di cui 4 strumentali più un brano nel quale ho inciso per la prima volta la mia voce leggendo una poesia di Baudelaire. Il primo brano che segue l’intro l’ho intitolato “Parasomnia” perché sono affascinata da quell’aspetto psicologico ma soprattutto onirico del sonno, è un tema a cui do molta importanza visto che passiamo un terzo della nostra vita a dormire, il che mi sembra piuttosto rilevante.”
Come vedi la situazione dell’industria musicale italiana?
“Io penso che la situazione fosse disastrosa già da prima che insorgesse l’emergenza sanitaria con tutti i suoi strascichi. Viviamo in un Paese, l’Italia, che è un paradosso pensare sia storicamente noto per l’arte oltre che per gli spaghetti, quando in realtà lascia spazio solamente all’arte turistica, diciamo così. Gli artisti in Italia non sono riconosciuti quali lavoratori, “lavoratore dello spettacolo” è più che altro un modo di dire. Se fai parte del cosiddetto mainstream, se sei una superstar o un cantante di successo allora tanto di cappello, se altrimenti fai parte della scena underground sei più che “underground”, sei proprio cento metri sottoterra. Quindi sei costretto o a trovarti un “lavoro vero”, come da sempre ti suggerisce il prossimo chiedendoti se hai anche un lavoro vero oltre a perdere tempo con la musica, oppure devi incrementare con l’insegnamento o comunque inventarti cose analoghe che però non fanno più parte dell’essere artista.”
Parlando della difficoltà che ancora troppo spesso le donne riscontrano nell’ambiente musicale e non solo, qual è il tuo punto di vista su questo argomento?
“Sfondi una porta aperta. C’è indubbiamente un discorso di stampo sessista nel mondo dello spettacolo e credo sia conclamato. Ad esempio, quando una donna arriva al successo, non è che non sia lecito fare delle critiche, ci mancherebbe altro, il problema è che se pure una donna diventa inspiegabilmente famosa, perché oggi musicalmente parlando la qualità si è abbassata tantissimo, quindi non avendo chissà quale talento, viene additata per chissà quali nefandezze abbia fatto per raggiungere quella posizione a prescindere da tutto. Nessuno si pone il dubbio che magari una donna possa diventare famosa previa nepotismi, raccomandazioni, pagamenti sottobanco, no. Quando si tratta di una donna quel discorso non esiste più, la donna è vista esclusivamente come una sorta di prostituta.”
Anna, tu non sei mai stata in Australia, ma hai un collegamento con questo Paese?
Sì, mio padre ha passato tutta la vita a viaggiare per lavoro e ricordo un periodo durato un bel po’ di tempo in cui faceva questo continuo viavai con l’Australia. L’ha girata tanto e io stessa ho un bel ricordo di quei racconti tant’è che ho sempre avuto l’idea di venire a farmi un giro da quelle parti.
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.

Source: Supplied
I residenti dell'area metropolitana di Melbourne sono soggetti alle restrizioni della fase 4 e devono rispettare un coprifuoco tra le ore 20:00 e le ore 5:00. L'elenco completo delle misure restrittive è disponibile qui: https://www.dhhs.vic.gov.au/stage-4-restrictions-covid-19
Se avete sintomi da raffreddore o influenza, state a casa e richiedete di sottoporvi ad un test chiamando telefonicamente il vostro medico, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.
Notizie e informazioni sono disponibili in 63 lingue all'indirizzo www.sbs.com.au/coronavirus