L'emigrazione ti ha reso più felice?

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Ogni anno l'Australia accoglie migliaia di migranti. Molti arrivano carichi di sogni, speranze e progetti per il futuro volti a migliorare le condizioni di vita. Ma stabilirsi in un posto nuovo, spesso porta con sé anche molte difficoltà e sfide inaspettate, soprattutto dove si incontrano difficoltà di integrazione.


Il colombiano Juan Caceres era nel bel mezzo della sua specializzazione in diritto costituzionale quando ha deciso di mollare tutto per seguire la sua fidanzata di allora in Australia. Da allora tutto è cambiato nella vita di Juan, che si è trasferito dall'altra parte del mondo lontano dalla sua famiglia e sacrificando anche la sua carriera professionale in Colombia, per ricominciare da capo.

Quando a Juan è stato chiesto se si sente più felice oggi, 13 anni dopo aver lasciato il suo paese e dopo essere diventato cittadino australiano, ha risposto di sentire: "più un sentimento di contentezza, che di piena felicità". Dopo tutto, ha sottolineato che la sua ricerca di senso di appartenenza è ancora in corso.

Secondo lo psicologo Akrim Mahouachi, che dirige la clinica multilingue dedicata al benessere dei migranti “Heal the Mind” di Brisbane, lo stress avvertito da coloro che cercano di inserirsi in un nuovo paese può portare a seri problemi di salute mentale se non viene gestito in maniera appropriata.

Per Mohammad Rezaie l'esperienza di emigrazione non è nuova. Mohammad è scappato dall'Afghanistan quando aveva 13 anni ed è andato a vivere in Iran dove, cominciando da zero, è riuscito a diventare il proprietario di una società di costruzioni con oltre 100 dipendenti. Rezaie è poi tornato a Kabul ormai come uomo d'affari di successo, dove voleva ristabilirsi. Ha costruito una scuola per bambini, ma sfortunatamente la presenza dei Talebani in Afghanistan rendeva la vita nel paese molto complicata e, per questo motivo, ha deciso di provare a trasferirsi in Australia.

Rezaie è atterrato a Brisbane cinque anni fa, parlando poco e nulla l'inglese, ed oggi studia architettura all'università. Nel suo tempo libero invece fa il volontario, aiutando i richiedenti asilo ad orientarsi nel nuovo ambiente. Il fatto che la maggior parte della sua famiglia viva in una zona di guerra è la maggiore causa di stress per Mohammad. Stress che gestisce cercando di vedere uno psicologo ogni qualvolta il pensiero prende il sopravvento nella sua vita.

Secondo i dati emersi dalla National Survey of Mental Health and Wellbeing del 2007, un australiano su cinque nel corso della sua vita avrà almeno un problema di salute mentale e così quasi la metà della popolazione mondiale. Il World Happiness Report 2018, che si basa sui dati raccolti dal Gallup World Poll in 156 paesi, ha messo in luce che l'accettazione da parte del paese ospitante dei migranti ha un forte impatto sul benessere dei nuovi arrivati. Dato sul quale è d'accordo anche il DR Harry Minas, direttore della Global and Cultural Mental Health Unit presso la Melbourne University. Anche il DR Minas infatti conferma che la felicità dei migranti dipende da molti fattori ma che il processo di accoglienza nella nuova società è fondamentale.

Le persone di diversa estrazione culturale e linguistica tendono ad evitare la ricerca di un supporto per la salute mentale a causa dello stigma o della barriera linguistica e, secondo lo psicologo Akrim Mahouachi, i migranti possono perdere totlamente la motivazione dopo falliti tentativi nel paese ospitante.

Il primo punto di partenza per qualsiasi persona è il proprio GP, il quale può indirizzarvi presso fornitori di servizi adeguati al vostro caso specifico o anche rilasciare un Mental Health Treatment Plan, che prevede l’addebito diretto a carico di Medicare per un massimo di 10 sessioni con uno psicologo o con un professionista del settore. Allo stesso tempo un'altra considerazione da fare è che c'è una be lla differenza tra come reagiamo alla pressione dell'espereinza in un nuovo paese e l'avere una malattia mentale vera e propria senza rendersene conto.

A partire dall'11 ottobre su SBS verrà trasmesso il documentario in due puntate dal titolo “How ‘Mad’ are you?”, in cui 10 australiani di background culturale diverso metteranno alla prova la percezione del pubblico riguardo a chi consideriamo "normali" e chi, invece, soffre di un disturbo mentale. Il documentario andrà in onda a partire da giovedì 11 ottobre, alle 20:30 su SBS e SBS On Demand.


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