“Era il mio giorno libero, avevo un’interview e lo chef che avevo di fronte mi dice ‘ti vedo un po’ strano’, ma io mi sentivo bene", ricorda Nunzio Pizzorusso.
"Poi sono andato a fare la spesa come di solito al Coles, e con due buste non riuscivo più nemmeno a camminare, ero affaticato. Torno a casa e per far le scale ci ho messo tipo mezz’ora”.
Il 26enne, originario di Cerignola (in provincia di Foggia), era arrivato in Australia solo di recente per viaggiare e lavorare nei ristoranti. Non era mai stato male e non era a conoscenza di avere alcuna condizione.
"Non avevo mai avuto problemi di salute, non fumavo e non bevevo, ero anche molto fit, andavo a correre la mattina", spiega al microfono di SBS Italian.
È l’ultima delle cose che potevo immaginare, all’inizio pensavo fosse un problema allo stomaco.
"Son arrivato in ospedale ad agosto (...) Ho avuto il primo intervento di emergenza… poi ne ho avuti altre sei, perché coi ventricular hearts c’è chi va bene e chi no, per me purtroppo non sono serviti", aggiunge.
All'inizio non voleva preoccupare i suoi familiari, ma dopo il suo primo intervento chirurgico ha avvisato la sua famiglia in Italia. Sua madre è saltata sul primo volo disponibile.
Unica opzione disponibile: il trapianto di cuore
In pochi mesi la salute di Nunzio è peggiorata così tanto da rendere un trapianto di cuore la sua unica possibilità di sopravvivenza.
Nunzio era sconvolto: "Mi è crollato il mondo addosso, sono passato da un momento spensierato a pensare se ne uscivo vivo o morto, perché non è facile trovare un organo in sette giorni".
Fortunatamente è stato trovato un donatore compatibile, ma a quel punto Nunzio era così debole che non si è subito reso conto che un cuore era diventato disponibile.
"Io non lo sapevo, mi tenevano quasi in coma farmacologico, da 80kg ero arrivato a 42 kg", ricorda.

Most of all, Nunzio is grateful to the person who saved his life, and her family. Source: Getty Images/simon2579
"Mi sono svegliato il giorno in cui mi dovevano portare in sala operatoria… mi ricordo l’infermiera che diceva 'Are you ready for new life? Good luck!'".
Nunzio si è svegliato quattro giorni dopo, con sua madre al suo fianco e un nuovo cuore sano nel petto.
Nel giro di due settimane è stato dimesso dall'ospedale, un tempo di recupero record a detta di tutti. Nel giro di sei mesi ha ricominciato a lavorare.
Oggi, a 33 anni, Nunzio è ancora in Australia, Paese che ama e dove ha deciso di tornare dopo un breve periodo in Italia per stare con la sua famiglia.
"Adesso vado in palestra, sono tornato a fare il lavoro di prima full-time, faccio lo chef in un ristorante qui a Melbourne", spiega.
Se dal punto di vista fisico ha avuto un notevole recupero, da quello psicologico ha osservato un sottile cambiamento.
"Prima ero una persona molto aggressiva in cucina, adesso sono più calmo, tranquillo, cerco di avere un dialogo con le persone, non ero così".
'Con un gesto del genere si possono salvare quattro o cinque vite'
Più di ogni altra cosa Nunzio è grato alla persona che gli ha salvato la vita e alla famiglia di lei.
"So solamente che era una ragazza, e dopo due anni ho ricevuto una lettera a casa dai familiari che me l’hanno descritta… so che ha salvato altre cinque vite oltre alla mia".
In Australia, l'anonimato dei donatori è protetto e sono consentiti contatti limitati tra le famiglie dei donatori e dei riceventi, solo in forma anonima.
Tuttavia, Nunzio vorrebbe poterli incontrare di persona un giorno.
Avrei voluto incontrarli per dire grazie
"A me è capitata una delle cose più brutte che possano accadere ad un uomo" prosegue, "il cuore è l’organo fondamentale del nostro organismo, però grazie a Dio qualcuno mi ha reso felice concedendomi una seconda chance di vita".
Nunzio nota che in Italia ha trovato molte persone scettiche sulla donazione di organi, ma è fermamente convinto che questo sia il più grande dono che si possa fare.
"Con la donazione di organi possiamo salvare altre vite, perché non concedere ad altre persone la gioia di avere una chance di poter vivere?", conclude.
Chi può diventare un donatore di organi in Australia?
Chiunque in Australia di età pari o superiore a 16 anni può registrarsi per diventare un donatore di organi. Puoi controllare qui se sei registrato e come farlo: donatelife.gov.au/register
Secondo Donatelife "ci sono circa 13 milioni di australiani di età superiore ai 16 anni che possono registrarsi come donatori di organi e tessuti, ma non l'hanno fatto".
L'organizzazione osserva che nel 2020 c'è stata una diminuzione del 16% nel numero di donatori e una diminuzione del 12% nel numero di persone che hanno ricevuto un trapianto rispetto al 2019.
Nello stesso anno, 1.270 vite australiane sono state salvate attraverso un trapianto di organi grazie alla generosità di 463 donatori di organi deceduti e delle loro famiglie.
La maggior parte delle persone non si registra perché non è consapevole della necessità di farlo.
Il direttore medico dello Stato di DonateLife Victoria, il dott. Rohit D'Costa, ha affermato che registrandosi, gli australiani risparmiano alla loro famiglia una decisione difficile da prendere durante un momento delicato.
"La più grande barriera per le famiglie che le blocca dal dire "sì" alla donazione è non sapere se il loro familiare era disposto a essere un donatore", ha detto il dottor D'Costa.
La DonateLife Week si svolge da domenica 25 luglio a domenica 1 agosto.
Per risorse aggiuntive in diverse lingue, tra cui italiano, arabo, cinese e greco, visita https://www.donatelife.gov.au/resources/multicultural-and-faith-communities/brochures
Ascolta l'intervista a Nunzio:
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.
Se avete sintomi da raffreddore o influenza, state a casa e richiedete di sottoporvi ad un test chiamando telefonicamente il vostro medico, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.