Carenza lavoratori, il governo si affretta a smaltire le code per i lavoratori "skilled"

LEETON FRUITPICKING FEATURE

A picture taken with a drone shows fruit picker Wayne Smith harvest oranges on a farm near Leeton, NSW, Thursday, October 1, 2020. Australia's fruit and vegetable farmers need an extra 26,000 workers to harvest their crops this summer, according to research by Ernest and Young illustrating the impact of coronavirus border closures on farm labour. (AAP Image/Lukas Coch) NO ARCHIVING Source: AAP / LUKAS COCH/AAPIMAGE

Sembra che l'obiettivo prioritario del governo federale sia quello di smaltire le code per le approvazioni dei visti. Nonostante questo, lo sforzo sembra non bastare.


Key Points
  • Si stima che manchino circa 470.000 lavoratori nel settore delle costruzioni
  • Sempre il dipartimento dell'agricoltura dice che negli ultimi tre anni i lavoratori nel settore ortofrutticolo sono diminuiti del 20%
  • Il settore sanitario e quello dell'insegnamento sono al primo posto per quanto riguarda la velocità con cui si valutano i visti
La confindustria australiana ha fatto sapere che le condizioni del mercato del lavoro sono le più difficili dagli anni '70.

Al momento ci sono quasi 105mila possessori di visti skilled in Australia, rispetto ai 117mila alla fine del 2019 e il ministero degli interni ha fatto sapere che negli ultimi sei mesi sono state finalizzate 59mila richieste di visto contro le quasi 40mila dell'anno precedente.

Allo stesso tempo un programma per fornire visti agli abitanti delle isole del Pacifico per lavorare nei settori agricoli e di assistenza agli anziani ha raggiunto il suo target sei mesi prima del previsto.

"Per il momento il Paese sembra non trovare una soluzione a questa grande carenza di lavoratori", ha affermato l'agente d'immigrazione Emanuela Canini.

L'agricoltura ed il settore delle costruzioni sono alcuni dei settori che ne risentono maggiormente.
"Il dipartimento dell'agricoltura dice che in Australia sono impiegate circa 280.000 persone nel settore nelle zone rurali, ha affermato Canini.

"Ma evidentemente questo non è ancora abbastanza e quindi, non solo bisogna ricorrere agli accordi con le isole del Pacifico per i lavoratori stagionali, ma bisogna anche chiudere la falla dei visti vacanza lavoro che stentano a tornare, e se tornano comunque non hanno l'obbligo di andare a lavorare nei campi, dato che storicamente la maggior parte di chi viene con un visto vacanza lavoro alla fine dell'anno se ne torna a casa e non è interessato a rinnovarlo e quindi a effettuare il rinnovo del visto facendo il lavoro regionale", ha aggiunto.

L'altro settore in grave difficoltà sembra essere quello delle costruzioni, sia nell'edilizia, che nelle infrastrutture.

"Si stima che manchino circa 470.000 lavoratori in questa industria, di cui 80.000 necessari immediatamente, e 1/3 delle aziende ha riportato di avere delle disponibilità lavorative", ha affermato Canini.

"Gli esperti del settore dicono comunque che in questo il campo i lavoratori sono sempre mancati negli ultimi vent'anni, ma sembra proprio che il picco sia stato raggiunto adesso".
Il settore sanitario e quello dell'insegnamento sono al primo posto per quanto riguarda la velocità con cui si valutano i visti, ha spiegato Canini. 

"Questo vuol dire che passano avanti a tutti, e le altre occupazioni vengono processate dopo", ha affermato.

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