L’autore di questo libro ha iniziato ad interessarsi alla gestione del tempo nella nostra società e a scriverne ben prima dell’arrivo della pandemia e del lockdown.
“Ero interessato a capire il concetto di noia e a definirlo. Volevo osservare come si comporta la noia e definire la sua evoluzione nel tempo, ma ho abbandonato presto l’idea di una etichetta universale perché è un argomento decisamente troppo soggettivo e personale”, ha raccontato ai microfoni di SBS Italian.
Minto definisce la noia come un gas, capace di inserirsi in ogni luogo, anche in piccolissimi spazi, e ritiene che sia legata in maniera profonda alla frustrazione della persona che si trova a viverla.
“Ogni nostro vuoto è colmato da una proposta di contenuto digitale, e ci rimane pochissimo tempo libero da vivere durante il giorno, eppure continuiamo ad annoiarci”, ha spiegato.

La copertina del libro di Pietro Minto, "Come annoiarsi meglio", Blackie Edizioni. Source: Courtesy of Pietro Minto
Il manuale fornisce esercizi pratici per impadronirsi del proprio tempo e imparare ad utilizzare internet in maniera attiva, per riscoprire il lato divertente ed utile del web e per contrastare quelle che l'autore definisce ansie globali e paure apocalittiche.
“Non è un caso se quando siamo connessi non ci rendiamo nemmeno conto che mentre scrolliamo e veniamo rimbalzati da una pagina web all’altra perdiamo intere ore a fare nulla, questi meccanismi sono studiati appositamente per tenerci incollati allo schermo”, afferma Minto.
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Il tempo libero va in qualche modo liberato.
“Dobbiamo essere liberi di annoiarci e piuttosto guardare il muro se lo vogliamo, ma che sia una scelta consapevole e non manovrata dai meccanismi che regolano l’engagement”, conclude il giornalista.
Ascolta l’intervista a Pietro Minto:
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