Continua la guerra dei dazi del presidente statunitense Donald Trump, l'ultimo capitolo della quale è arrivato pochi giorni fa in un comizio a Pittsburgh, la "città dell'acciaio", così soprannominata per l'importanza della sua attività siderurgica: proprio l'acciaio, assieme all'alluminio, hanno visto raddoppiare i dazi relativi alla loro importazione dall'estero negli Stati Uniti.
Dal 25 al 50%, tanto aumenteranno le tasse anche sull'acciaio e l'alluminio che dall'Australia raggiungeranno gli Stati Uniti con una mossa che il primo ministro Anthony Albanese ha "definito autolesionista".
Anche la leader della ritrovata coalizione nazional-liberale Sussan Ley ha messo "pressione sul governo e ha sollecitato il primo ministro a negoziare con urgenza un trattamento favorevole per le esportazioni australiane", come ricostruisce ai microfoni di SBS Italian il commentatore politico Paul Scutti.
In questo podcast facciamo il punto della situazione, toccando i temi più caldi della settimana politica australiana: dal dibattito sull'aumento della tassa sulla superannuation per i fondi superiori a 3 milioni di dollari alla defezione dai Verdi della senatrice Lorinda Cox, passando per i risultati elettorali al fotofinish di Bradfield e per il traballante governo della Tasmania.