"Tecnicamente e drammaturgicamente parlando, è una guerra per un soprano", dice Ermonela Jaho parlando del ruolo di Anna Bolena. "Abbiamo lavorato tutti insieme per renderlo un successo e, dalla reazione del pubblico, ha funzionato", racconta la star albanese che The Economist ha definito "il soprano più acclamato al mondo".
"Il canto è il linguaggio della nostra anima" (EJ, 2017).

Leonardo Cortellazzi as Lord Percy and Ermonela Jaho as Anne Boleyn in Opera Australia's 2019 production of Anna Bolena at Sydney Opera House. Source: Photo by Prudence Upton courtesy of Opera Australia
In un'intervista del 2017 a SBS Italian, Ermonela Jaho ha parlato della sua vita e dei suoi difficili inizi artistici in Albania e del suo sogno di diventare cantante lirica e cantare ("almeno una volta prima di morire") Violetta nella Traviata di Giuseppe Verdi. In Albania, quando Ermonela era giovane, le opere erano tradotte e rappresentate solo in albanese.
In quei giorni sotto il regime comunista di Enver Hoxha, parlare una lingua straniera "poteva mandarti in prigione", ricorda. Nonostante questo il padre di Ermonela, generale dell'esercito albanese, le insegnò segretamente l'inglese, mentre sua madre, che sognava di diventare una cantante d'opera, divenne la sua fonte d'ispirazione.
Ermonela si innamorò dellaTraviata all'età di 14 anni quando, con suo fratello, andò a Tirana per vedere una rappresentazione del capolavoro verdiano cantato in albanese.
"È stato amore a prima vista, e ho detto a mio fratello: 'Non morirò finché non canterò Violetta almeno una volta nella mia vita'".
Accadde presto e, finora, Ermonela ha cantato il personaggio verdiano più di 250 volte. Il giorno più memorabile è stato alla Royal Opera House Covent Garden nel 2008, quando dovette sostituire all'ultimo momento Anna Netrebko che era malata.
Nella intervista che potete ascoltare nell'audioplayer Ermonela Jaho racconta il momento che determinò il suo successo internazionale.
Un'icona lei stessa, Ermonela Jaho canta regolarmente al ROH Covent Garden con alcuni dei cantanti lirici più rappresentativi delle generazioni passate e presenti.

Ermonela Jaho (Violetta Valry) e Placido Domingo (Giorgio Germont) nella Traviata di Giuseppe Verdi, al teatro Chorgies Orange in France, il 31 luglio 2016. Source: Jean-Marc ZAORSKI/Gamma-Rapho via Getty Images
"Se il sogno è grande, anche la sofferenza deve essere grande" (EJ, 2017).
Ermonela Jaho parla apertamente della sua difficile esperienza in Italia come emigrante albanese.
"In Italia ho anche sofferto la fame", dice con un certo rammarico.
Ermonela andò a Mantova dopo aver vinto un concorso per voci liriche organizzato da Katia Ricciarelli a Tirana. Dopo aver completato gli studi con il famoso soprano italiano, Ermonela si trasferì a Roma dove attraversò momenti di solitudine, di sconforto, di crisi economica ("Non potevo partecipare ad alcuni concorsi perché non avevo i soldi per pagarmi il biglietto per andarci"), e anche momenti di discriminazione per il fatto di essere albanese.
Fu un momento difficile del quale parla senza esitazione.
Tutto diventò più facile quando finalmente fu ammessa alla prestigiosa Accademia di Santa Cecilia di Roma.
Attualmente Ermonela Jaho è intensamente coinvolta nel lavoro di beneficenza, anche se a lei non piace parlarne. "Non mi sento a mio agio a parlare di questo perché chi lo fa deve farlo dal cuore e non per pubblicità"
Ma quest'anno lo ha dovuto fare, in quanto è stata nominata ambasciatrice della campagna YWCA nastro rosa per la lotta contro il tumore al seno.
Per maggiori dettagli sulla produzione di Anna Bolena di Opera Australia clicca qui.

Ermonela Jaho winning the 2016 International Opera Reader's Award. Source: Facebook/Erminela Jaho




