"Sopravvivere era il traguardo di tutti. Ce l'abbiamo fatta", così John Maneschi sintetizza la sua esperienza dei bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale.

John Maneschi nel 1950.
Arrivammo in cantina, dove gli altri inquilini si erano già rifugiati. Anche mio padre arrivò, in pigiama e vestaglia, con i due quadri che aveva appena fatto incorniciare.
Era il secondo bombardamento sulla città di Varese. "Cominciai a gridare, avevo dodici anni e non volevo morire", ricorda Maneschi. "Avevo ancora molte cose da fare".

John Maneschi con il padre nel 1942.




