IN SINTESI
- Il rientro in Italia è un argomento che suscita forti reazioni tra i migranti e gli espatriati
- L'esperienza di Francesca in Australia è stata complessa a causa di eventi come gli incendi e la pandemia
- Il bilancio dopo un anno dal rientro è positivo
La possibilità di rientrare a vivere in Italia scatena spesso dibattiti molto accesi.
Si tratta di un argomento che, certamente, tocca corde sensibili per tutti i migranti e gli espatriati.
Tuttavia non è mai un equazione esatta, e i fattori soggettivi che entrano in gioco hanno una grande rilevanza.
L'espatrio di Francesca è cominciato in Spagna, è continuato in Svizzera e si è concluso, almeno per ora, a Sydney. In Australia ha vissuto per soli tre anni, che lei ha definito come i più complessi da quando ha lasciato l'Italia.
Clicca sul tasto "Play" in alto per ascoltare l'intervista a Francesca.
"Siamo arrivati nel dicembre 2018. Qualche tempo dopo ci sono stati i bushfires, per cui l'esigenza di stare molto in casa per questi fumi e questo odore molto forte di bruciato", spiega ai microfoni di SBS Italian, "e poi era arrivato il covid che, come sappiamo, è stato un periodo molto difficile soprattutto per le chiusure delle frontiere".
"Quindi [sono stati] tre anni che probabilmente non ci siamo potuti godere come avremmo pensato e come avremmo voluto".
Tuttavia Francesca ha anche amato i suoi anni down under. Le manca vivere vicino al mare e immersa nella natura, anche se ammette che la natura australiana la intimoriva un po'.
Dell'Italia sta apprezzando la socialità, il calore umano e la vicinanza alla famiglia. Non esclude, in futuro, altre esperienze all'estero ma, per ora, si trova bene a Roma e si gode il fatto di essere tornata a casa.
"L'Australia mi ha regalato tantissimo, ma devo dire che casa è un'altra cosa".




