Il periodo della pandemia è stato il momento in cui Francesca Remigi è sbocciata come artista.
“Anche se è brutto da dire, è stato così”, racconta Francesca a SBS Italian.
“Nel 2021 ho vinto il Top Jazz Awards e poi il premio SIAE 2022. Sono stati i due anni del COVID che mi hanno portato fortuna, quando sono usciti i miei due primi album”.

La percussionista bergamasca Francesca Remigi. Credit: Kelly Davidson
Bergamasca, nata nel 1996, fin da bambina Francesca è stata spinta allo studio della musica dal padre insegnante di chitarra, e dalla mamma pianista classica, ai quali si aggiungeva lo zio trombettista nell’orchestra sinfonica della RAI a Milano.
“Ho iniziato la batteria all’età di 5 anni, dopo che avevo provato a suonare la chitarra. Poi mi sono fatta uno studietto insonorizzato nella casa della nonna dove potevo studiare senza litigare con i vicini”, il ricordo di Francesca, che racconta a SBS Italian come abbia iniziato a capire che sarebbe potuta diventare una professionista solo negli ultimi anni, una realizzazione che le ha dato “un senso di rivalsa personale”.
Studiare uno strumento musicale da piccolo ti tempra il carattereFrancesca Remigi
“Ho sempre vissuto la musica come un obbligo con tanta pressione per fare bene purtoppo, con tutta la famiglia orientata sulla musica classica.”
Uno sforzo che è diventata una passione e negli ultimi anni una professione.
La ricerca della perfezione della musica classica è però stata un peso da piccola per Francesca.
“Forse per quello che ho scelto la batteria come strumento”, confida a SBS Italian.




