Secondo Riccardo Ghia la situazione a Hong Kong deve essere analizzata su tre livelli: il livello "locale", il livello della Grande Cina (il punto di vista che comprende Cina, Taiwan e le due "regioni a statuto speciale" di Hong Kong e Macau), e un terzo livello di geopolitica internazionale.
Se non si prendono in esame tutti e tre i livelli non si riesce a capire cosa stia succedendo a Hong Kong ed è facile finire in opposte propagande
Primo livello: istanze locali
Secondo Riccardo Ghia ci sono istanze di tipo politico e di tipo economico. Quelle di tipo politico sono le istanze che spingono per una maggiore democrazia, istanze che sono rimaste latenti per cinque anni dal 2014, quando ci fu la cosiddetta "umbrella revolution".
"A livello locale la causa immediata è stata la legge sulle estradizioni".
Secondo livello: Greater China
Si tratta di un livello sull'identità cinese:
"Gli hongkonghini hanno una percezione di se stessi diversa da quella della Cina continentale, e questo è un pezzo del problema".
Terzo Livello: le due superpotenze
Si tratta di un livello di geopolitica internazionale e ruota attorno i rapporti tra Cina e Stati Uniti.
"Quanto sta accadendo a Hong Kong è strettamente legato alla guerra commerciale (e non solo commerciale) tra Washington e Pechino".
E secondo Riccardo Ghia, se si osserva la situazione da questo terzo livello, è possibile anche fare dei paragoni con il passato più o meno recente, in particolare quello della Berlino degli anni '60, una situazione che vede "due superpotenze che si affrontano".

Source: The New York Times
Ma se a Hong Kong gli interessi del governo cinese appaiono ovvi, più sfumati sembrano essere quelli degli Stati Uniti.
Per capirlo, secondo Riccardo Ghia, bisogna lasciare sullo sfondo le questioni politiche e invece guardare a quello finanziario.
Follow the money
"Il ruolo di Hong Kong è quello di un portale: per le società cinesi per approvvigionarsi al mercato dei capitali internazionali e per gli investitori internazionali per investire in Cina. Quindi questo è molto importante e ovviamente una parte è anche svolta dai mercati statunitensi"
E secondo Ghia, Hong Kong rimane una piattaforma importantissima per la cina.
Ma qual è l'effetto delle proteste?
A livello superficiale il crollo del mercato turistico locale:
Si possono vedere ristoranti e hotel mezzi vuoti, questo è l'aspetto visibile
Ma quello che Riccardo ghia considera l'aspetto più "insidioso e centrale" sarebbe l'impatto sul settore dei servizi e della valuta di Hong Kong.
Se da un lato la stabilità della valuta rappresenta un incentivo decisivo per gli investitori internazionali che guardano a Hong Kong, dall'altro un crollo del settore finanziario rappresenterebbe un colpo durissimo per l'economia locale, che su di esso ha costruito le fondamenta del proprio benessere da quasi 40 anni.
Per ascoltare l'audio dell'intervista completa con Riccardo Ghia, potete cliccare Play nell'audioplayer che si trova all'interno dell'immagine sotto al titolo di questo articolo.




