È appena atterrato per la prima volta down under, ma Giuseppe Giannini risponde al telefono con la verve di chi non patisce né il fuso orario né le 24 ore di volo. Il Principe esordì in Serie A giovanissimo, a 17 anni e 5 mesi, e fu il simbolo di una Roma testaccina, quella che andò dal secondo Liedholm a Mazzone, passando per Eriksson, Bianchi e Boskov.
Una parabola lunga 15 stagioni, dal 1982 al 1996, nel corso delle quali - al netto del Napoli di Maradona, dell'Inter dei record e del Milan degli olandesi - vinse uno scudetto da spettatore privilegiato e tre coppe Italia. E giocò - perdendola - una finale Uefa.
Giannini, che con la Nazionale di Azeglio Vicini fu protagonista delle Notti Magiche del 1990, rimane nella storia romanista anche come il primo capitano di quello che poi è diventato Il Capitano. Per questo non si sottrae al confronto col biondino di Porta Metronia della cui crescita è stato testimone oculare. Di Francesco Totti, tra l'altro, è appena uscita una biografia che in Italia sta facendo discutere, ma che Giannini ammette di non aver ancora letto.
"A Francesco non invidio il Mondiale o la festa di addio al calcio, ma l'essere riuscito a indossare una sola maglia in tutta la carriera"
Dopo 437 presenze e 75 reti con i giallorossi, Giannini fu invitato a togliersi quella seconda pelle e concluse la sua parabola calcistica tra Napoli, Lecce e Graz. Poi, una volta appesi gli scarpini al chiodo, intraprese la carriera da allenatore. Un percorso che lo ha portato a guidare - tra le altre - il Foggia e il Verona, a collezionare due parentesi in B con Gallipoli e Grosseto e recentemente a sedere sulla panchina della nazionale libanese.
"Sono venuto qui anche per capire se esiste la possibilità di allenare una squadra del campionato australiano"
Attualmente senza squadra, il 54enne cresciuto a Frattocchie rimane attivo nel mondo del calcio. Tra le varie collaborazioni, l'ex numero 10 della Nazionale vanta quella con una società calcistica romana, la Pro Calcio, con 22 sedi in Italia e 6 all'estero. Il presidente Marco Arcese lo ha invitato in Australia, dove per una settimana Giannini è stato chiamato a seguire da vicino i progressi dei ragazzi del settore giovanile, di età compresa tra i 5 e i 15 anni. Molti dei quali figli e nipoti di immigrati italiani down under.
Per il futuro, il Principe di Roma non esclude l'ipotesi di trasferirsi agli antipodi. Anzi, una delle ragioni che lo hanno spinto ad accettare l'invito a Sydney c’è anche quella, studiare la possibilità di allenare una formazione della A-League.

Giuseppe Giannini a Sydney Source: www.facebook.com/pg/asrfootball
Intanto - all'indomani della vittoria romanista nel derby - Giannini tesse le lodi della squadra di Eusebio Di Francesco, sulla quale mantiene però alcune riserve. Soprattutto a causa di qualche difetto di fabbricazione legato al mercato. "Sicuramente la Roma migliorerà ancora", spiega ai microfoni di SBS Italian, "ma ci sono delle sfumature che rimarranno. Non vedo ancora Pastore ben integrato".