Punti chiave
- Lavorando come volontaria alle Whitsundays, Simona Paganetto rimase colpita dall’enorme quantità di plastica sulle spiagge
- Nel 2018 ha creato implasticfree.com, un sito che mette in comunicazione gli utenti con soluzioni al problema della plastica
- Il sito aiuta a scovare soluzioni per privati ed aziende, presentando una serie di prodotti alternativi ed ecosostenibili
Dopo anni trascorsi in Germania e Svizzera, Simona Paganetto decise dieci anni fa di provare l’esperienza australiana, lasciando la sua carriera nel settore dei dispositivi medici.
Da sempre interessata a questioni ambientali, rimase colpita dallo stato in cui si trovavano le isole Whitsunday, dove si era trasferita seguendo il marito australiano.
Nonostante la loro fama di paradiso ambientale, lavorando come volontaria alla raccolta di rifiuti lasciati sulle spiagge Simona capì in prima persona l’incredibile impatto che i rifiuti plastici hanno sugli oceani e sulla vita marina.

Locandina da implasticfree.com Credit: www.implasticfree.com
Dopo essersi trasferita a Darwin, Simona decise di darsi da fare in prima persona, creando nel 2018 il sito I’M PLASTIC FREE.
Siamo la piattaforma che dà visibilità alle aziende che danno soluzioni al problema della plastica.Simona Paganetto
“L’ho fondato nella speranza di fare una piccola differenza sull’inquinamento da plastica, soprattutto quella monouso”, racconta Simona a SBS Italian.
Nel sito, descritto come il primo “matchmaking” a livello mondiale, ci sono possibili soluzioni per i singoli individui e le aziende.
“Si possono trovare ad esempio soluzioni per rimpiazzare la plastica monouso, come contenitori di acciaio inossidabile che con una app ed il sistema dell’economia circolare vengono riutilizzati”, spiega Simona.
Il problema è sistemico ma tutti possono fare la loro parte, con prodotti riutilizzabili.Simona Paganetto
“O anche nel settore dell’agricoltura, come per esempio protezioni per gli alberi in crescita. C’è un’azienda che produce tree guard in canapa al posto che in plastica”.
Al suo motore di ricerca che fa da “sensale di matrimonio” tra consumatori ed aziende si aggiungono due blog, nei quali Simona cerca di rendere più semplici da trovare le soluzioni che la genta cerca.
Simona racconta che da anni cerca di vivere senza plastica monouso, e che con un po’ di sforzo ciascuno di noi può farlo.
Il problema principale però secondo lei deve essere risolto dall’industria, che negli ultimi anni sta cercando di aggiornarsi, anche utilizzando prodotti innovativi a base di prodotti naturali, come alghe e canapa.
Le soluzioni ci sono, racconta Simona, ma non sono ancora mainstream.
Questi prodotti esistono, ma ci vorrà ancora qualche anno prima di vederli sul mercato.Simona Paganetto
Tra le soluzioni che ha trovato, Simona cita dei prodotti di bellezza in polvere.
“Questa è un’idea geniale: non hanno bisogno di acqua e nel trasporto non creano tante emissioni di anidride carbonica”.
Oppure prodotti che riciclano plastica già sul mercato, come fa un’azienda che produce astucci e borse da prodotti gonfiabili, come materassini e salvagenti in PVC.
Questi oggetti hanno una durata di vita assai breve e, essendo difficili da riciclare, normalmente finiscono in discarica.
“Non facciamo noi questi prodotti, siamo la piattaforma che dà loro visibilità.”, precisa Simona, augurandosi che il sito creato nel 2018 possa crescere e continuare a offrire soluzioni ai problemi crescenti che sempre più affliggono i consumatori.
Ascolta l’intervista a Simona Paganetto cliccando sul cliccando sul tasto play in alto.




