Nicola Furlan è un 35enne di Pordenone la cui avventura australiana è cominciata dieci anni fa con un dottorato di ricerca ad Armidale, nell'entroterra del NSW.
Il suo percorso verso la residenza permanente ha subìto un brusco stop durante la pandemia, quando Nico è rimasto bloccato in Cina.
Dopo la laurea in Italia in scienze motorie, nel 2012 si era infatti trasferito down under con un working holiday visa e con l'idea di ottenere un dottorato di ricerca.

Nicola Furlan al lavoro nel centro di preparazione olimpica a Pechino in vista dei Giochi di Tokyo Credit: Bingxin Tang
Ottenuti i fondi per la sua ricerca presso l'Università del New England di Armidale, una piccola località del NSW, Nicola si è dovuto adattare allo stile di vita e ai rapporti tipici del country Australia.
"Per fortuna oltre alle soddisfazioni economiche sono arrivati anche alcuni riconoscimenti professionali, nel 2016 ho vinto un premio dell'associazione dei preparatori fisici australiani".
Dopodiché per il giovane friulano lui si sono aperte le porte della nazionale di canottaggio cinese, e Nicola Furlan ha cominciato a lavorare al servizio della squadra in vista delle Olimpiadi di Tokyo.
Quell'esperienza lo ha arricchito sul piano personale ma ha rischiato di mettere a repentaglio il suo futuro australiano, visto che il preparatore atletico è rimasto chiuso fuori dai confini australiani.
"Con lo scoppio della pandemia la mia residenza temporanea non mi consentiva di rientare down under", ricorda Nico.

Nicola Furlan su una spiaggia australiana Credit: courtesy of
"Ma per fortuna recentemente il governo di Canberra ha approvato un'estensione del mio visto", racconta Nico.
Sono contento che il governo di Canberra abbia deciso di valorizzare i professionisti come me, quelli sui quali è stata l'Australia ad investireNicola Furlan
Così, dopo la riapertura delle frontiere, il preparatore atletico friulano è tornato in Australia sfruttando una corsia preferenziale messa a disposizione dal governo federale a chi è in possesso di un graduate visa e lavora nel suo settore.
Una decisione motivata dal bisogno di richiamare down under una parte delle professionalità perdute a causa del Covid, e che il 35enne di Pordenone ha subito accolto, riprendendo il suo percorso verso l'ottenimento della cittadinanza australiana.




