Nella terza parte della sua biografia, Gaetano Rando ci accompagna verso le radici più intime del suo percorso umano e professionale. “Dall’Italia credo di aver ereditato l’arte di arrangiarsi. In Australia invece ho imparato l’organizzazione”, racconta a SBS Italian.
Due mondi, due approcci alla vita che si completano a vicenda: la creatività mediterranea e la precisione anglosassone.
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1970 Gaetano Rando con il figlio Felice Credit: Courtesy of Gaetano Rando
È un invito alla curiosità, alla ricerca di sé attraverso la memoria familiare. “Come messaggio, mi viene in mente Dante: 'Segui la tua stella e acquista virtù e conoscenza'". Parole che sintetizzano una vita dedicata allo studio, ma anche alla coerenza tra pensiero e azione.
Se vuoi imparare la lingua dei tuoi genitori o nonni, falloGaetano Rando
Il legame con Filicudi resta il filo più solido. Rando ricorda un biglietto lasciato dal padre negli anni Quaranta, quando, dopo la morte del nonno in Australia, abbandonò l’isola scrivendo parole di rispetto e gratitudine per quella casa 'che conteneva i ricordi dei genitori'.
“Quando ci sono tornato negli anni Sessanta - racconta - ho ritrovato quel senso di appartenenza, e proprio lì ho incontrato Rita, che poi è diventata mia moglie.”
Oggi, quell’isola continua a rappresentare un luogo di ritorno e riconciliazione: “Tornare a Filicudi è come ritrovarsi tutti insieme, con i nonni e gli antenati”.
Sul mondo di oggi, segnato da conflitti e disuguaglianze, il professor Rando mantiene uno sguardo lucido ma fiducioso: “Ci sono persone che sembrano impazzite per il potere, ma credo che le nuove generazioni troveranno la forza per cambiare le cose. Le manifestazioni dei giovani per la pace danno speranza: è un segno che non tutto è perduto”.

Gaetano Rando con la figlia Giuliana e il nipote Pablo a Filicudi nel 2016