Il Sudan si trova al 172esimo posto su 191 nell’Indice di sviluppo umano compilato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite. La classifica valuta i progressi di singoli paesi in tre ambiti principali: l'accesso all’educazione, alla sanità e ad un tenore di vita dignitoso.
Alla crisi economica subita dopo la secessione del Sud Sudan, con la conseguente perdita di oltre il 75% degli introiti petroliferi, hanno fatto seguito la carenza e il degrado di servizi pubblici essenziali quali acqua, sanità, educazione e infrastrutture.
“Le problematiche sono tante, si tratta di uno dei Paesi più poveri al mondo e ospita molti rifugiati. Dopo il colpo di stato e il COVID che ha esacerbato le problematiche in tutti i Paesi, il Sudan vive un periodo abbastanza complicato”, spiega Michele Morana, direttore della sede di Karthoum dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).
L’AICS è l'agenzia pubblica che si occupa di promozione dello sviluppo internazionale, aiuto pubblico ed emergenze umanitarie per conto del Ministero degli Esteri italiano.
Tramite numerose iniziative in Sudan, dal 2000 il Paese ha beneficiato di finanziamenti per 128 milioni di euro grazie all'impegno dell'AICS.
I settori primari di intervento sono quello sanitario e quello agricolo.
“Dopo il colpo di stato cerchiamo di evitare i contatti con il governo e lavorare con le organizzazioni internazionali. Probabilmente l’ambito più complesso è quello umanitario, in cui ci occupiamo dei rifugiati e degli sfollati interni”, dice Michele Morana ai microfoni di SBS Italian.
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