A cento giorni dai primi casi di coronavirus denunciati a Wuhan, in tutto il mondo sono oltre un milione e trecentomila le persone risultate positive al Covid-19 e 70 mila quelle che hanno perso la vita. Ad un mese dall'inizio del lockdown in Italia, 4 miliardi di persone sono ormai alle prese con isolamento e quarantena, con abitudini che era difficile immaginare in un'epoca frenetica come questa, con una nuova normalità che ha sconvolto le esistenze di quasi tutti gli abitanti del pianeta. Con qualche piccola eccezione.
Sono infatti circa una dozzina i Paesi nei quali non sono stati accertati casi di positività. Un paio di questi - Corea del Nord e Turkmenistan - hanno addirittura bandito l'uso del termine coronavirus, per cui è verosimile immaginare che le statistiche ufficiali siano poco credibili. Così come, secondo gli esperti, è improbabile che non siano stati registrati casi in Yemen e Tagikistan, nazioni alle prese con strutture sanitarie inadeguate.

Un'immagine area delle Rock Islands di Palau Source: SBS Italian - Dario Castaldo
Restano per ora immuni al contagio una decina di isolette, un paio delle quali al largo delle coste africane (le Comore, nell'Oceano Indiano, e São Tomé e Príncipe, nell'Atlantico) e le altre nel Pacifico, da Samoa a Tonga, da Tuvalu e Kiribati, da Vanuatu alle Isole Salomone, dalla Federazione della Micronesia fino a Palau, un piccolo arcipelago distante mille chilometri dalle coste delle Filippine e da quelle di Papua. Una nazione nella quale, tra i circa 18.000 residenti, ci sono anche i componenti di una famiglia italiana, i Tansella.

Stefano Tansella e la compagna davanti all'ingresso della gelateria che gestiscono a Koror, capitale di Palau Source: SBS Italian - Dario Castaldo
Stefano, originario di Milano, vive nella capitale - Koror - dove gestisce una gelateria assieme alla moglie Eleonora e dove lo abbiamo raggiunto per farci raccontare in che modo sia cambiata la vita in una delle pochissime nazioni del mondo che non hanno ancora individuato (o almeno dichiarato) contagi da Covid-19, nel momento in cui buona parte del mondo è alle prese con questa "guerra contro un nemico invisibile".

Stefano Tansella con la compagna, Eleonora Azzalini Source: Supplied
"Ci sentiamo delle persone incredibilmente, straordinariamente, fortunate" ci ha spiegato. Il governo dell'isola ha reagito allo scoppio della pandemia bloccando alcuni voli da e per l'estero (iniziando da Corea del Sud e Guam), quindi ha chiuso le frontiere ed evacuato i pochi stranieri in vacanza. Infine, dopo aver imposto la chiusura delle scuole e aver disposto la cancellazione di tutti gli eventi pubblici, sportivi e comunitari, ha anche provveduto a introdurre norme come il distanziamento sociale e il divieto di assembramenti. "Tutti provvedimenti che assieme all'azzeramento del flusso turistico hanno contribuito a trasformare il volto di Palau - racconta Stefano - ma nonostante questo riusciamo ancora a godere di alcune libertà".

Heather Isimang, Jacopo e Stefano Tansella, Eleonora Azzalini, Emma Tansella, Jada Avesani nella gelateria 'L'Amarena' di Koror, capitale di Palau. Source: SBS Italian - Dario Castaldo
Il che, soprattutto in confronto al modo in cui questa situazione ha stravolto la vita di parenti e amici in Italia, contribuisce a modificare la percezione di cosa sia un privilegio ai tempi del Covid-19. "C'è un senso di sospensione generale, e anche qui esiste la preoccupazione per le conseguenze future di questa vicenda, non solo a livello economico - racconta Stefano, che prima di reinventarsi imprenditore dall'altra parte del mondo era un insegnante -. Ma a Palau possiamo muoverci liberamente per l'isola, per cui ci rendiamo conto che anche solo la possibilità di fare un giro in moto o in barca oppure una passeggiata per la cittadina rende la nostra vita felice. E questo ci aiuta a fare buon viso a cattivissimo gioco".
Per ascoltare l'audio dell'intervista a Stefano Tansella clicca sull'audio player nella foto di copertina.
Gli australiani devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri e gli incontri devono essere limitati a due persone, a meno che non ci si trovi con un membro del proprio nucleo familiare o abitativo.
Se ritenete di aver contratto il virus, invece di recarvi dal medico di persona, chiamatelo telefonicamente, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.
Se fate fatica a respirare o vi trovate in un'emergenza, chiamate il numero 000.
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