Martina Ferri sognava di diventare infermiera e lavorare in ospedale. Fresca di laurea ha visto il suo desiderio diventare realtà, ma a caro prezzo.
Appena ventitreenne, Martina ha fatto il suo debutto in corsia in un reparto COVID dell’ospedale di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia.
“So che è brutto da sentire, ma il COVID mi ha permesso di entrare a lavorare in ospedale. In Italia, per lavorare in ospedale serve il concorso, ma durante la pandemia hanno preso tanti infermieri alla prima esperienza”, racconta ai microfoni di SBS Italian.
“Quando ho iniziato, il reparto COVID era appena stato aperto e si sapeva ancora poco sul virus e sulle terapie. C’era molta confusione in generale e molta tensione tra il personale medico che non sapeva come trattare i pazienti. È stato molto difficile a livello emotivo".
Vedere così tanti morti - e quel tipo di decessi - in così poco tempo è stata la cosa più complicata per me
Nonostante l’impegno e la voglia di far bene il proprio lavoro, l’insoddisfazione e le difficoltà vissute all’inizio della pandemia hanno iniziato ad avere un peso difficile da sostenere per Martina.
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“Dopo un po’ non ne potevo più e ho chiesto di essere spostata in un altro reparto, ma non è stato possibile perché c’era bisogno di infermieri nel reparto COVID. Dopo un anno sono andata a lavorare nell’ospedale di Sassuolo, ma anche lì ero sempre insoddisfatta del mio lavoro e dello stipendio”.
Durante il COVID siamo stati chiamati eroi, ma alla fine non è mai arrivata una vera ricompensa per il nostro lavoro, l’aumento di stipendio che tutti gli infermieri si aspettavano
“Mi sento molto delusa dall’Italia: ci descrivevano come le persone che stanno aiutando i malati, che non lasciano morire le persone da sole, ma poi un riconoscimento per il nostro lavoro non è arrivato mai. All’Australia pensavo da anni, ma avevo sempre rimandato".
Caos, turni di lavoro massacranti, stipendio e crescita professionale molto al di sotto delle aspettative hanno spinto Martina a lasciare l’Italia per l’Australia, dove è arrivata a ottobre 2022.

Martina Ferri con il suo ragazzo in Australia. Credit: Image provided
“Sapevo che per il riconoscimento dei miei titoli di studio ci avrei messo un po’, quindi nel frattempo io e il mio ragazzo siamo arrivati con un ‘Working Holyday Visa’ consapevoli di dover stare in aree remote, anche se non pensavamo così remote”, scherza Martina.
I due hanno trovato lavoro in un’azienda di mucche da allevamento a Coolah in NSWt, dove si trovano per rinnovare il visto vacanza lavoro.
Martina si sveglia all’alba e capita che lavori fino a sera ma, se pensa al passato, oggi in Australia guadagna di più ed è più felice.