Teheran non sembra aprire spiragli per un pur temporaneo rinvio della risposta militare ad Israele, sbandierando il "diritto" di rispondere a Tel Aviv.
Ad alimentare ulteriormente le voci che parlano di un attacco imminente, l'esercito israeliano è in stato di massima allerta, mentre le televisioni iraniane mostrano i muscoli dell'esercito dello Stato Islamico, passando in continuazione immagini di armi di ultima generazione.
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In tutto questo, il mondo occidentale, con Joe Biden capofila, tenta in tutti i modi di scongiurare un pericolo che si sta sempre più trasformando in certezza.
Secondo il giornalista Giampiero Gramaglia, "non esistono segnali che possano far pensare ad un ripensamento di Teheran".
Nel frattempo, in vista della Convention democratica di domenica prossima che sancirà ufficialmente la candidatura di Kamala Harris, Donald Trump si lecca le ferite e prepara il contrattacco.
Secondo Gramaglia, Trump - che avrebbe dovuto comparire in diretta su X assieme a Elon Musk, collegamento poi limitato all'audio per "problemi tecnici" - sarebbe di cattivo umore, perché lui ed il suo team "devono completamente cambiare strategia".