Non tutti i mezzi digitali sono uguali
Se non possiamo fare a meno della tecnologia per comunicare in tempi di lockdown e chiusura dei confini, secondo Stefania Paolini, Professoressa Associata di Psicologia Sociale e Interculturale all’Università di Newcastle, non tutti i mezzi di comunicazione virtuale sono uguali.
La ricerca dimostra come una telefonata vecchio stile o una videochiamata siano da preferirsi a chat, messaggi di testo e social media.
Ascolta il primo episodio della serie

La psicologia dei confini chiusi - 1 La "cecità" alle differenze
La ragione è da ricercarsi nella maggiore somiglianza tra queste modalità di comunicazione digitale “ricche” con l’incontro faccia a faccia.
“Sono sincrone, le persone ai due lati della comunicazione sono compresenti”, spiega Paolini, similmente a quanto avviene nella vita reale.
Ascolta il secondo episodio della serie

La psicologia dei confini chiusi - 2 L'incertezza
Inoltre, più sensi possono essere coinvolti nella comunicazione, come vista e udito, e questo porta ad un coinvolgimento maggiore.
La comunicazione delle emozioni attraverso la tecnologia produce un’opportunità di crescita personale e le comunicazioni digitali più “ricche” possono essere un’occasione per ricevere supporto emotivo.
Il benessere psicologico che queste interazioni apportano è simile a quello che deriva dall’interazione diretta, e si traduce inoltre in un maggior desiderio di contribuire al benessere altrui.
Ascolta il terzo episodio della serie

La psicologia dei confini chiusi - 3 La solidarietà
È possibile vivere di videochat?
Secondo Stefania Paolini, non è possibile sostituire completamente le interazioni personali con quelle virtuali, nonostante lockdown e chiusura dei confini ci spingano in quella direzione.
Se possiamo in qualche modo condividere il lockdown con altre persone, continua Paolini, “è un’opportunità di arricchimento e di sollievo che possiamo e dovremmo prendere”.
Ascolta il quarto episodio della serie

La psicologia dei confini chiusi - 4 La storia d'amore tra Australia e immigrati
L’equilibrio sballato tra tecnologia e intimità
Stefania Paolini sostiene che “i network di relazione del giovane immigrato sono anomali rispetto a quelli della popolazione prevalente”.
Solitamente il rapporto faccia a faccia è dedicato alle relazioni più intime, a chi conosciamo da più tempo, mentre quello virtuale è riservato alle persone con cui svolgiamo un’attività specifica, come lavoro, studio, etc.
Nel giovane immigrato italiano e di altri background questo pattern è messo sottosopra: le relazioni face to face sono con le persone che conosciamo di meno.
L’opportunità del contatto fisico per i giovani immigrati, prosegue Paolini, esiste principalmente in relazioni la cui intimità non è sufficiente all’offerta e alla richiesta di supporto emotivo.
Solo i mezzi virtuali ci rimangono invece per comunicare con le persone con le quali condividiamo un grado maggiore di intimità, come la nostra famiglia e gli amici di lunga data.
L’insoddisfazione per relazioni face to face spesso superficiali si somma, secondo Paolini, alla percezione di incompletezza delle relazioni virtuali, che non ci consentono di abbracciare i nostri cari, di condividere uno spazio con loro.
Questa doppia carenza spiegherebbe perché specie i giovani immigrati soffrono della mancanza dell’opportunità di viaggiare e di ospitare i propri cari in Australia, “facendo incetta” magari una volta l’anno dell’affetto e della comunicazione di cui necessitano.
Se avete domande o se in qualche modo la chiusura dei confini sta avendo conseguenze sulla vostra salute mentale, vi invitiamo a contattarci tramite la nostra pagina facebook o inviandoci un’email a italian@sbs.com.au
Ascolta l’intervista a Stefania Paolini
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.
Se avete sintomi da raffreddore o influenza, state a casa e richiedete di sottoporvi ad un test chiamando telefonicamente il vostro medico, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.