Franco Papandrea è "sempre stato coinvolto nelle attività comunitarie", racconta ai microfoni di SBS Italian, ricordando di un evento che lo portò ad agire per la prima volta in modo pubblico.
Quando era giovane una sala del centro civico di Ryde era stata negata ad un cittadino italiano che la voleva utilizzare per il ricevimento del suo matrimonio. "Gli venne detto che non era affittabile ad un italiano", racconta Papandrea, che scrisse una lettera al giornale locale, denunciando quanto avvenuto.
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Per molti anni Franco Papandrea ha ricoperto cariche in diversi organismi legati alla comunità italoaustraliana e ora è rappresentante del CGIE, il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero.
Con molti che vorrebbero la riforma, o l'abolizione, degli organismi che rappresentano gli italiani residenti all'estero, Papandrea avverte che la loro eliminazione lascerebbe un vuoto nel portare avanti gli interessi dei connazionali nel mondo nei confronti del parlamento e governo italiano.

Franco Papandrea, qui con Daniela Costa, ad una riunione del CGIE. Source: Franco Papandrea
È giusta la riforma. Si deve ripensare, dopo trent'anni di Com.It.Es e CGIE: strutture create per le esigenze di allora, che non sono le esigenze di oggi.
Ascolta la seconda parte del racconto di Franco Papandrea