“La violenza sulle donne non è solo un crimine: ha implicazioni a lungo termine sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva delle donne. Lesioni, depressione, ansia, gravidanze non pianificate e infezioni a trasmissione sessuale come l'HIV sono solo alcune della condizioni con cui sono costrette a convivere le vittime”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Tedros Ghebreyesus.
L’OMS ha commissionato lo studio sul tema della violenza di genere più completo mai realizzato fino ad ora: sono stati analizzati dati da 158 Paesi raccolti tra il 2000 e il 2018.
Dalla ricerca è emerso che il 31% delle donne tra 15 e 49 anni - ovvero circa 850 milioni di persone nel mondo - ha subito una violenza fisica o sessuale nell'arco della propria vita.
Secondo l’autrice del rapporto, Claudia Garcia-Moreno, la politica ha il dovere di affrontare il problema delle diseguaglianze sociali che spesso determina l’incapacità delle vittime di allontanarsi da relazioni violente: “Penso che questi numeri siano scioccanti e rappresentino un campanello d'allarme per i governi che deve spingere a fare molto di più per prevenire le violenze. Bisogna anche affrontare il tema dell'accesso delle donne all'istruzione, all'emancipazione economica e al lavoro”.
Eppure, i dati emersi dallo studio potrebbero non rappresentare una fotografia precisa dell’estensione del fenomeno; secondo gli esperti le violenze sulle donne sarebbero state esacerbate durante la pandemia di COVID-19 e ancora solo una parte di quelle perpetrate venire denunciate.
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