Dal 17 al 19 novembre, al CO.AS.IT di Melbourne, andrà in scena "I topi non avevano nipoti - le contraddizioni e il fascino degli Italiani a Melbourne".
I topi non avevano nipoti "è una commedia assurda e spensierata", si
legge sul sito della compagnia teatrale Roman Flowers Theatre. "I personaggi sono incastrati tra una cultura di prudenza ossessiva, e la confusione generale. Camminare scalzi o lasciare spifferi aperti sono pericoli mortali, tutti parlano troppo, ma nessuno sa di cosa parla", si legge.
"Qui la falsità e l’accondiscendenza sono comportamenti tollerabili, se non addirittura complementari alla formazione sociale dell’italiano de I topi non avevano nipoti", si legge.
“I topi siamo noi della cultura della prudenza”, spiega Luca Romani, direttore della compagnia teatrale Roman Flowers Theatre e regista dello spettacolo, ai microfoni di SBS Italian.
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Il cast è formato da attori che condividono il proprio background culturale: Rosa Nix, Nores Cerfeda e Susie Paternò.
“Per questo abbiamo potuto tutti contribuire allo spettacolo; c’è stata molta condivisione delle nostre esperienze di italiani in Australia”, spiega Cerfeda.

Da sinistra: Luca Romani, Nores Cerfeda e Susie Paternò durante le prove. Credit: SBS Italian
Paternò, italiana di prima generazione, racconta: “C’è una scena di un italiano che ha un figlio e io gli domando: ‘Ma come è australiano? È tuo figlio, per cui anche lui è italiano’... Ma lui mi dice, ‘No! È nato in Australia!’"
"È un po' come la mia storia", continua. "La mia famiglia è italiana. Io sono nata e cresciuta in Australia. Si mangiava tutto italiano, si parlava in italiano, allora anch'io mi sentivo non proprio australiana", racconta.
"Tutti quelli che sono figli degli immigrati si sentono così, non proprio australiani perché hanno una cultura diversa", commenta Paternò.
Anche per Nix, la veterana del gruppo, lo spettacolo è una sorta di déjà vu: “C’è una scena in cui si parla di cibo e mi sembra di stare ancora a tavola con i miei genitori”.
"Noi siamo italiani e cittadini del mondo", puntualizza Romani. "Sicuramente sì, io sono italiano e ho vissuto queste cose a Roma, e le vivo ancora a Melbourne con la comunità italiana, però penso che sia uno spettacolo che riguardi un po' tutti, diciamo - anche le altre nazionalità".