Le acque sotterranee sono la più grande riserva di acqua dolce non congelata del mondo.
In Australia, il Grande Bacino Artesiano è la più importante riserva di acqua potabile del continente con una portata di acqua sufficiente a riempire 130mila volte il Sydney Harbour.
“Gli acquiferi sono serbatoi di acqua sotterranea, una risorsa fondamentale per la vita sulla Terra; ci sono intere città come Copenhagen e Vienna in Europa, che dipendono interamente dagli acquiferi per quel che riguarda l’uso domestico”, spiega Mattia Saccò, Lecturer in Ecologia Acquatica alla Curtin University di Perth.
In ambito urbano, un litro di acqua su due viene dagli acquiferiMattia Saccò
“Ma non sono solo questo: gli acquiferi ospitano degli ecosistemi con una biodiversità molto importante e la cui integrità dal punto di vista ecologico ha una ripercussione sul mantenimento della biodiversità di sistemi superficiali come fiumi, laghi e foreste”.
La ricerca condotta da Saccò, che dirige un piccolo Gruppo di ricerca chiamato Subterranean Research and Groundwater Ecology (SuRGE), ha dimostrato proprio l’interconnessione tra ambienti sotterranei e superficiali: più gli acquiferi sono in salute e più lo saranno le risorse sulla Terra.

Mattia Saccò, Lecturer in Ecologia Acquatica alla Curtin University di Perth, a lavoro e in basso alcune specie rilevate in Western Australia. Credit: Image provided
Un ecosistema in pericolo
Ma le acque sotterranee, che forniscono acqua potabile a metà della popolazione mondiale, sono in pericolo.
Circa un terzo dei bacini sotterranei è in diminuzione: “Da un punto di vista, con la crescita della popolazione mondiale, la richiesta di queste risorse aumenta," spiega Saccò.
"Dall’altro lato c’è il cambiamento climatico, quindi l’innalzamento delle temperature e minori precipitazioni provocano una ricarica di questi bacini sotterranei più lenta e difficoltosa”.
Questi fenomeni vengono accelerati in ambienti con caratteristiche aride come l’Australia.
“A Perth, oltre il 50% dell’acqua consumata per uso urbano proviene da questi acquiferi”, aggiunge.
Se consideriamo l’acqua come vita, gli acquiferi rappresentano la polizza assicurativa della vita sulla terraMattia Saccò
“Ad esempio in Western Australia, la scarsità di precipitazioni e la presenza di eventi ciclonici determinano una ricarica minore delle acque sotterranee e questo ha un impatto sulle comunità che abitano alcune zone e di conseguenza anche sull’agricoltura e sull’industria”.

Astyanax mexicanus, Characidae o pesce di caverna cieco. Credit: Wikimedia
Oltre al ruolo di risorsa idrica per l’uomo, questi bacini sotterranei sono anche l’habitat di una ricca fauna.
Chi vive nelle acquee sotterranee?
“Le ultime stime parlano di 30mila specie acquatiche sotterranee catalogate, ovvero un numero vicino al numero di pesci nel mondo.
Come spiega Saccò, queste specie si sono evolute lungo migliaia di anni in condizioni molto particolari se paragonate alle specie viventi in laghi e fiumi: la mancanza di luce e la scarsità di nutrienti. Questi animali hanno perso gli occhi e la pigmentazione e hanno sviluppato appendici per interagire con l’ambiente.
“Uno degli animali più carismatici tra questi è il proteo, che ha una resistenza al digiuno eccezionale: riesce a sopravvivere per 96 mesi senza cibo e riesce a vivere oltre 100 anni”.

Il "Proteus anguinus" (pesce umano) nelle acque sotterranee della regione carsica in Slovenia. Credit: gremlin/Getty Images
Queste specie svolgono un ruolo fondamentale per la sopravvivenza di questi ecosistemiMattia Saccò
Ad esempio, gli anfipodi sono definiti gli “architetti del sottosuolo”.
“Grazie alla loro attività scavano dei tunnel nel sottosuolo che mettono in contatto le acque sotterranee a quelle superficiali, quindi questi animali aiutano il movimento dei flussi d’acqua”, spiega Saccò.
“Un ecosistema di falda integro è fondamentale per la conservazione della biodiversità superficiale. Uno dei risultati più evidente del nostro studio ha dimostrato l’interrelazione tra questi ambienti”, aggiunge.
Come proteggere gli acquiferi e il loro ecosistema
Per Saccò, la conservazione passa attraverso una valorizzazione dei servizi ecosistemici: “Un punto fondamentale è la collaborazione tra ricercatori e chi gestisce queste acque”.
“C’è bisogno di un cambio di prospettiva: bisogna considerare gli acquiferi non più solo come mere risorse, ma come veri e propri ecosistemi che provvedono alla biodiversità globale”.
Saccò si trova in questo momento in Italia, per promuovere una collaborazione tra l’Università di Parma e la Curtin University per ampliare il network di collaborazioni su progetti legati alla conservazione e alla salvaguardia di ecosistemi marini.