Con l’arrivo di 142 mila dosi del vaccino Pfizer, il 22 febbraio partirà in Australia la campagna di immunizzazione contro il COVID-19.
Ma secondo alcuni, il Paese sarebbe in ritardo: “In America, 52 milioni di persone sono state vaccinate; in UK un quarto della popolazione adulta ha ricevuto il vaccino. In Europa e negli Stati Uniti il vaccino Pfizer ha iniziato ad essere somministrato in meno di una settimana dopo che le rispettive agenzie del farmaco hanno approvato il vaccino”, ha dichiarato il portavoce all’opposizione della Sanità, Mark Butler.
“La distribuzione partirà a ritmi piuttosto lenti, nella prima settimana verranno somministrate solo 80mila dosi; 50mila andranno agli stati, in proporzione alla popolazione di ciascun stato, e la priorità sarà data a chi lavora nel settore delle quarantene e poi gli operatori sanitari", ha spiegato l’esperto di politica federale Paul Scutti su SBS Italian.
"Le restanti 30 mila dosi andranno alle case di riposo per gli anziani e gli operatori sanitari”, ha proseguito, “ricordiamo che negli Stati Uniti stanno vaccinando 1 milione e mezzo di persone al giorno”.
Progressivamente il numero delle dosi somministrate aumenteranno, fino all’arrivo del vaccino Oxford-AstraZeneca al momento in produzione in uno stabilimento di Melbourne, che metterà a disposizione 1 milione di dosi a settimana delle 54 milioni di dosi acquistate dal governo federale.
Per la campagna vaccinale, l’Australia ha speso 6 miliardi e mezzo di dollari: “Bisogna dire per rispondere a Butler che l’Australia rispetto a Europa o Stati Uniti si è trovata in una situazione più semplice, ma è chiaro che con la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno c’è una certa urgenza nel procedere alle vaccinazioni soprattutto nel settore delle quarantene, dove si sono registrate le falle più evidenti”, secondo Scutti.
Come anche sottolineato dall’urgenza nell’annunciare il terzo, mini lockdown di 5 giorni a Melbourne a partire dal 12 febbraio.
“Il governo statale del Victoria sta aspettando i risultati dei test fatti in seguito alla decisione di chiudere lo stato; fortunatamente non si è registrato un aumento numero notevole dei casi ma c’è il problema che alcuni dei positivi non sono stati prontamente messi in isolamento e hanno circolato nella comunità. Andrews vuole davvero essere cauto per non ripetere gli errori del passato”.
Il focolaio dell’Holiday Inn ha riaperto il dibattito sulla gestione delle quarantene e su quanto gli alberghi possano svolgere questa delicata funzione, ha in conclusione ricordato l’esperto.
Ascolta il punto di Paul Scutti:
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.
Se avete sintomi da raffreddore o influenza, state a casa e richiedete di sottoporvi ad un test chiamando telefonicamente il vostro medico, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.
