La ricerca di Marina Rei "Per essere felici"

Marina Rei

Marina Rei Source: Simone Cecchetti

È uscito il 26 giugno il nuovo album di inediti di Marina Rei, “Per essere felici”, a 6 anni di distanza dall’ultimo. La cantautrice romana, che quest’anno festeggia i 25 anni di carriera, racconta a Lorenzo Santangelo tutto il processo creativo dell’album. E quella volta a casa di Ennio Morricone: “Nonostante i suoi sforzi per mettermi a mio agio, che paura cantare e suonare davanti a lui!”


Marina Rei
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Marina, ho ascoltato questo nuovo lavoro partendo con molta curiosità di scoprire cosa ci avresti proposto questa volta, perché tu cambi sempre, sei una delle cantautrici più poliedriche. Mi ha rapito la qualità della scrittura. Ecco: mi sembrano canzoni molto incentrate sulla scrittura, perché pur avendo delle bellissime sonorità, come sempre del resto, credo che questa volta tu abbiamo fatto più ricerca sulla parola e sulla melodia piuttosto che sul suono.

“È corretto quello che dici, tant’è che c’ho messo tanto tempo a scrivere questo disco. Ho trascorso dei momenti di grandi crisi, ho mollato più di una volta pensando di non riuscire a scrivere. Alla fine ho capito che la chiave dell’autenticità poteva essere quella che mi avrebbe aiutato ad aprire dei canali importanti. In questo è stato fondamentale Riccardo Sinigallia, che è un grande cantautore e produttore, secondo me ormai è diventato un punto di riferimento per tutto il cantautorato italiano. Siamo amici da tantissimi anni, ci conosciamo fin dagli inizi, in questo mi è stato molto di aiuto perché mi ha incoraggiato, mi ha dato quella forza per poter dire ancora: “OK, riproviamo, riscrivi”. E poi sì, come dici tu, la cosa più importante era che le canzoni stessero già in piedi da sé, anche piano e voce, di conseguenza gli arrangiamenti sono venuti in maniera fluida, perché quando hai già una canzone che dice tutto non è difficile poi vestirla. La chiave era quella di non soffocare le canzoni con la produzione.”

L’ultimo singolo estratto dall’album è “Dimenticarci”, ed è anche la mia preferita del disco. Ammiro moltissimo anche la scelta non convenzionale di far uscire un singolo totalmente fuori dai canoni classici, è un brano che va dritto per la sua strada e se ne frega delle regole. Insomma, è proprio Marina Rei questo pezzo.

“Assolutamente, è esattamente come me ormai, è un pezzo abbastanza contraddittorio per quella che è la realtà musicale del momento. Un po’ tutto il disco non segue una regola a livello di struttura, essendo anche tu un cantautore lo sai bene. Non c’è una scrittura fissa, non c’è la regola “strofa/ritornello”. Tra l’altro “Dimenticarci” è l’ultima canzone che ho scritto, perché a luglio dell’anno scorso avevo già scritto l’album ma poi ho deciso di togliere un paio di canzoni, per cui ero disperata perché pensavo di aver chiuso il disco ma non era così. Quindi per sostituire questi brani esclusi ho scritto “L’occasione per conoscerci meglio” e “Dimenticarci”, e quest’ultima è nata dal giro di piano. Questo giro mi piaceva talmente tanto che pensai addirittura di lasciarlo strumentale, mi dicevo che non sarei mai riuscita a scriverci sopra qualcosa di efficace. Poi invece, magicamente, mi è venuto questo flusso di parole e melodia così come sono nel disco, quindi non sono stata a pensare alle regole. Mi diceva già tutto così. Per il resto, posso dire che quasi tutto il disco è nato dai testi, per poi spostarmi al piano.”

Parlando di composizione, nel corso dei tuoi 25 anni di carriera, pieni di successi, hai avuto anche modo di collaborare con tantissimi grandi artisti. Tra questi c’è stato anche l’immenso Ennio Morricone che purtroppo ci ha lasciato da pochi giorni. Che ricordo ti resta e com’è stato lavorare con il Maestro?

“Guarda, in questi giorni in cui tutti ne parlano, ho capito ancora di più quanto sono stata fortunata. Lui è stata una persona che io ho incontrato più volte nella mia vita, perché mio padre, batterista, ci ha lavorato insieme per più di 40 anni. Poi ebbi questa grande opportunità di fargli ascoltare una canzone che avevo già inserito in un mio disco, ovvero “Che male c’è”, scritta da Riccardo Sinigallia e Valerio Mastandrea in memoria di Federico Aldrovandi. Lui mi chiamò per dirmi che avrebbe scritto un arrangiamento per l’orchestra del brano, quindi andai a casa sua per fargli ascoltare il pezzo al pianoforte. Non ti posso spiegare l’emozione e la paura di suonare davanti a lui, nonostante facesse sempre di tutto per metterti a tuo agio.”
Marina Rei
Source: Simone Cecchetti
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