"Open to meraviglia", la campagna promozionale per l'Italia vista dall'Australia

Un'immagine della nuova campagna promozionale italiana, Open to Meraviglia.

Un'immagine della nuova campagna promozionale italiana, Open to Meraviglia. Credit: MiTur/italia.it

La nuova campagna promozionale per l'Italia come meta turistica è stata solo recentemente inaugurata, ma ha già attratto molte critiche nel Bel paese. Cosa ne pensano all'estero?


La firma è illustre, l'ha infatti creata l'agenzia Armando Testa di Torino, ma sulla campagna, che propone una giovane Venere botticelliana in versione influencer, si è scatenata una vera e propria bufera di critiche.

Nel mirino l'uso del concetto di influencer e la rivisitazione della Venere di Botticelli, ma anche l'uso maldestro dei canali social media che, come riporta il giornalista Paolo Attivissimo, pare non siano stati creati profili su tutte le piattaforme, lasciando spazio ad altri di farlo in chiave autopromozionale o satirica.

Inoltre è emerso che alcune immagini usate per promuovere l'Italia sono in realtà state girate in Slovenia, notizia riportata anche dal Guardian.

"Ne stanno parlando un po' tutti, quindi la campagna da questo punto di vista sta avendo successo", dichiara ai microfoni di SBS Italian Emanuele Attanasio, responsabile ENIT per Australia e Nuova Zelanda.

"Si tratta di una campagna che ha come obiettivo i millenials e la gen Z, quindi si tratta di un target giovane; è stato usato il linguaggio dei giovani con gli strumenti dei giovani", aggiunge, sottolineando che le reazioni in Italia contano relativamente.

"Non deve piacere agli italiani ma al mercato estero, quindi l'Asia, l'America, l'Australia".

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"Per me è un po' confusa come campagna", commenta invece Cristian Bonetto, travel writer e autore di varie guide pubblicate da Lonely Planet e Hardie Grant Books.

"Purtroppo questa Venere AI parla come una boomer", aggiunge, sostenendo quindi che il target giovanile a cui si rivolge il personaggio non venga coinvolto, perché "parla come una velina anni '90".

"È una campagna che non coinvolge bene lo spettatore, usa solo le stock images", sottolinea inoltre Bonetto, aggiungendo che a suo parere "non è abbastanza dire: guarda come è bello questo paesaggio. Il turista vuole sapere come vivere questi paesaggi".

Non è certo la prima volta che una campagna promozionale per un Paese suscita critiche: anche la recente campagna australiana che propone come mascotte Ruby the Roo, presentata l'anno scorso, non ha ricevuto un'accoglienza molto calorosa.

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