Penny Wong in Medio Oriente: "Siamo una democrazia, e crediamo nel diritto internazionale"

PENNY WONG MIDDLE EAST TRIP

Penny Wong con l'omologo giordano, Ayman Safadi. Credit: AAP Image/Supplied by Department of Foreign Affairs and Trade

Ultima tappa del tour diplomatico della ministra degli Esteri, tra polemiche interne e accuse di "barcollante imparzialità".


L'incontro con le autorità degli Emirati Arabi, previsto nelle prossime ore, concluderà la cinque giorni di incontri della ministra degli Esteri Penny Wong con le autorità di diversi Paesi mediorientali.

Wong si è infatti recata nei giorni scorsi in Israele, in Giordania e Cisgiordania, il più vasto dei due territori palestinesi occupati, amministrato dall'ANP. E proprio alle autorità palestinesi Canberra ha confermato il pacchetto di aiuti umanitari per oltre 21 milioni di dollari.

Al riguardo, Wong ha precisato che il governo "controllerà che vengano spesi in istruzione e aiuti umanitari".
Non sono ovviamente mancate le polemiche ad accompagnare il viaggio di Wong, specialmente riguardo alla decisione di non visitare i luoghi teatro del primo attacco di Hamas, quello datato 7 ottobre.

In generale, a Wong, e di riflesso al governo Albanese, viene imputata una "barcollante imparzialità".
Secondo Paul Scutti, esperto di politica australiana, "Wong ha negato che una richiesta di una tregua sia in contraddizione con il diritto a difendersi, ma è il modo che va discusso".

Scutti ha poi analizzato la situazione politica interna, con altre polemiche che puntano il dito contro il governo Albanese, stavolta in tema di pressione fiscale.
Questa visita finora ha seguito il copione, non ci sono state grosse sorprese: l'Australia viene vista da entrambe le parti come nazione amica.
Paul Scutti

Ascolta l'analisi di Paul Scutti cliccando 'play' in alto

Questa escalation è l’ultima di un lungo conflitto tra Hamas e Israele.

Hamas è un gruppo politico e militare palestinese che ha accresciuto il suo potere nella Striscia di Gaza dalla sua vittoria alle elezioni politiche del 2006.

L’obiettivo dichiarato di Hamas è la formazione di uno Stato palestinese, a cui si unisce il rifiuto di riconoscere il diritto all’esistenza di Israele.

Hamas nel suo complesso è stata dichiarata un’organizzazione terroristica da diversi Paesi, tra cui l’Australia, il Canada, Il Regno Unito e gli Stati Uniti.

In alcuni Paesi solo l’ala militante è stata dichiarata gruppo terrorista.

L’ONU invece non ha condannato Hamas nella sua totalità come organizzazione terroristica, a causa della mancanza di sostegno della maggioranza deglii Stati membri durante una votazione nel 2018.

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