Nella giornata di ieri, il presidente americano Donald Trump a proposito di Putin e Zelensky, ha usato la metafora di due bambini che "bisogna lasciar combattere".
Parole giunte a margine di un colloquio con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, che dal canto suo ha definito l'inquilino della Casa Bianca come l'unica persona in grado di fermare il conflitto.
Parole che non fanno presagire una tregua nel prossimo futuro, come anche sembra chiaro da due telefonate fatte dal capo del Cremlino al presidente americano e a Leone XIV durante le quali ha chiarito che in Ucraina non ci potrà essere una "pace immediata".
"Non si dice nulla di nuovo che non sapevamo. Trump aveva detto che in 24 ore avrebbe risolto la questione russo-Ucraina e invece non è stato così", spiega l'esperto dell'area ex sovietica Giuseppe D'Amato.
Clicca sul tasto "play" in alto per ascoltare l'intervento di Giuseppe D'Amato
"I russi sono sulle loro identiche posizioni dal novembre 2021, quindi praticamente non si sono mossi di un centimetro. Ma quello che è positivo in questo frangente è che le parti sono tornate a parlarsi, e questo è importante", commenta D'Amato.
"Ci sono stati degli importanti scambi di prigionieri e c'è la speranza che questo possa portare a qualcosa, ma la problematica è così profonda e soprattutto estremamente ideologizzata da parte del Cremlino che non bisogna farsi delle eccessive speranze", aggiunge.