"Nel nostro ordinamento ci sono molti tipi di acquisto della cittadinanza, uno di questi è l'acquisto della cittadinanza, come si suol dire per concessione", spiega il professor Marco Benvenuti, docente ordinario di diritto costituzionale e pubblico, presso la Università degli Studi di Roma La Sapienza al microfono di SBS Italian.
Clicca sul tasto "play" in alto per ascoltare l'analisi di Marco Benvenuti
"Sulla base del decorso di un certo tempo di residenza legale o ininterrotta, lo straniero può chiedere la cittadinanza italiana. Il quesito si pone l'obiettivo, per quanto riguarda i cittadini di stati diversi dagli stati membri dell'Unione Europea, di far scendere il tempo da 10 a cinque anni".
L'esigenza nasce dal fatto che in Italia ormai vi è una cospicua presenza di stranieri che vivono da tantissimo tempo nel nostro Paese e che quindi, diciamo, partecipano alla vita culturale, economica e sociale.
Come spiega il professore, l'attesa della cittadinanza può andare ben al di sopra dei 10 anni previsti dalla legge.
"La grande differenza tra la condizione giuridica del cittadino e la condizione giuridica dello straniero sta nel godimento di sfere differenziate di diritti. Mi riferisco in particolare ai diritti politici", come il diritto al voto.
Questo referendum ha una portata, oltre che politica, anche culturale.
"C'è la consapevolezza che ci sono tante persone, tantissimi milioni di persone che vivono insieme a noi, vivono come noi e però poi, nel godimento di diritti, in quanto non cittadini ma stranieri, vivono in una situazione appunto di minorità", spiega Benvenuti.