Queste occupazioni si aggiungono a quelle della Short term list (STSOL) che erano già state annunciate.
"Inizialmente soltanto le occupazioni presenti sulla lista short term potevano essere incluse nel programma di residenza permanente per quelle persone che erano in Australia per almeno 12 mesi durante la pandemia, e più precisamente dal primo Febbraio 2020 al 14 dicembre 2021", ha spiegato l'agente d'immigrazione Emanuela Canini.
Ma nella Regional Occupation List "ci sono tutte quelle occupazioni relative all'agricoltura, settore alquanto sofferente a momento", ha affermato Canini.
"Questo programma sarà accessibile solo fino a fine giugno 2024; poi il governo deciderà se prorogarlo oltre quella data", ha aggiunto.
Non è ancora stato specificato se anche queste persone seguiranno lo stesso percorso di quelle con l'occupazione sulla lista short term.
Ad inizio settimana il governo ha annunciato anche che chi possiede un Temporary protection Visa (TPV) o un Safe Haven Enterprise Visa può richiedere un visto permanente.
Il governo ha dichiarato che si tratta della realizzazione della promessa fatta in campagna elettorale.
Un TPV è un visto di tre anni che viene dato a chi arriva in Australia senza un visto e richiede asilo, ha spiegato Canini.
"Questo visto non portava a residenza permanente perché è stato creato con l'idea di dare asilo temporaneamente, per poi rimandare i rifugiati nel loro Paese d'origine quando la situazione fosse cambiata", ha affermato.
"Come possiamo immaginare questo non succede mai e se mai succede ci vogliono tanti anni", ha aggiunto.
Il Safe Haven Enterprise visa invece è un visto di cinque anni che viene dato allo stesso tipo di richiedenti che però accettano di andare a lavorare o studiare nelle zone regionali, e che ufficialmente avrebbe un percorso di residenza permanente.
"Ma praticamente nessuno riesce a utilizzarlo", ha spiegato Canini, "perché non solo bisogna avere requisiti di quei visti permanenti che si applicano a tutti e quindi, come sappiamo, avere un certo livello di inglese, uno sponsor oppure abbastanza punti per ottenere la residenza, e questo risulta essere molto difficile per un rifugiato".
"Bisogna anche avere dei requisiti in più, e cioè dimostrare di aver vissuto e lavorato o studiato nelle zone regionali in Australia per almeno tre anni e mezzo", ha aggiunto.
"Per quanto ho potuto leggere, soltanto uno alla fine è riuscito a finalizzare questo percorso".
Quindi queste persone, che sono rimaste nel limbo, hanno finalmente la possibilità di avere una residenza permanente tramite un visto apposito, ha spiegato Canini, "ma vale solo per le persone che sono arrivate in Australia prima della famosa operazione Sovereign Border, cioè prima del 2013 quando i liberali con Tony Abbot hanno vinto le elezioni con il mantra 'We’ll stop the boats'".
Clicca sul tasto in alto "play" per ascoltare integralmente questa puntata di "Voglio andare a vivere in Australia".