I social media si moltiplicano e scende l’età media di chi apre il proprio primo profilo, aggirando molto spesso i regolamenti che richiederebbero un’età minima e/o una supervisione da parte di adulti nel caso si sia minorenni.
In Francia una proposta di legge vorrebbe istituire una “patente per ottenere il consenso digitale”. Questa soglia dei 15 anni tutelerebbe, secondo chi la propone, la salute mentale dei minori, evitando un’esposizione ai social network in età troppo giovane, ma ridurrebbe anche i fenomeni di cyberbullismo. Secondo la proposta francese le stesse piattaforme social sarebbero tenute a verificare l’età effettiva degli utenti, con multe a carico dei gestori delle piattaforme qualora non venissero rispettate le regole.
Roberto Alborghetti è autore di (De)generazione Digitale, un libro sulla crescente dipendenza dalla Rete rivolto ai giovanissimi.
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"Ogni sistema impositivo rischia di avere effetti contrari", spiega in diretta dall'Italia ai microfoni di SBS Italian, "va bene un limite, una sorta di patente, ma sarebbe ancora meglio che questa patente arrivasse dopo un percorso di formazione che i ragazzi potrebbero e devono avere, secondo me".
"Il problema è che da tutte le rilevazioni, da tutte le statistiche e tutte le inchieste, emerge che il vero problema sono gli adulti", aggiunge, "c'è un uso massiccio di strumenti digitali ma un'estrema scarsità di competenze".
La diffusione dei devices è ormai capillare, complice anche la pandemia. "In Italia tra i sei e i dieci anni il 58,4 per cento usa quotidianamente il cellulare, addirittura sale al 14,5% tra uno e cinque anni, cioè bambini che non sanno ancora leggere", sottolinea Alborghetti.
"La Francia sicuramente sta facendo bene", aggiunge, "bisogna ricordare che è anche il Paese che ha il divieto specifico di portare i cellulari a scuola, in Italia invece lo possono portare ma non lo possono usare, ma io girando le scuole devo dire che sono abbastanza sconfortato".
Voi sareste favorevoli ad un limite di età più stringente per l’uso dei social media e ad un maggior controllo sull’effettivo rispetto del limite stesso? E se avete figli giovanissimi, tween (9-12 anni) o teenager (13+), permettete loro di usare social media? E se sì, come moderate il loro uso, ci riuscite?
Jenna, mamma ed ex insegnante di Melbourne, ritiene che ci siano aspetti positivi dei social media, come la possibilità di comunicare e restare in contatto con gli amici ma anche i parenti all'estero. "Ma poi c'è anche l'aspetto negativo", aggiunge, "l'influenza negativa delle immagini, l'esposizione a problemi e contenuti al di là della loro età e sensibilità".
Nadja interviene da Sydney raccontando che i suoi figli ancora non usano social media: "mia figlia ha quasi tredici anni, ha un telefono da quest'estate perché in Italia ce l'avevano tutti, ma non ha nessun social media, un po' perché per fortuna non le interessa e un po' perché le ho detto che non può fino ai 14 anni".
Sulla proposta francese ritiene che abbia i suoi meriti: "tendenzialmente sono d'accordo e credo che la patente servirebbe anche agli adulti, o più che il patentino una maggior consapevolezza su come usarli".