È uscito lo scorso mese il nuovo rapporto della Commissione che si riunisce ogni cinque anni e valuta la situazione del Paese un po’ in tutti i campi, incluso quello dell'immigrazione, suggerendo dei cambiamenti a seconda dei riscontri che ha ottenuto.
Visti sponsorizzati
"Per quanto riguarda i visti di sponsorizzazione, innanzitutto [il rapporto] mantiene l'idea di avere un limite di età per la residenza permanente, però collega lo stipendio all'età", spiega l'agente di immigrazione Emanuela Canini.
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"Nei visti di residenza permanente sponsorizzati suggerisce che se l'età è maggiore anche lo stipendio dovrebbe essere maggiore, e questo ha effettivamente una logica in quanto normalmente lo stipendio aumenta con l'esperienza lavorativa", ha affermato Canini.
Inoltre, suggerisce di aumentare la soglia di stipendio minimo che al momento è $53.900.
Cura degli anziani e dei disabili
Il rapporto suggerisce di aumentare lo stipendio per i lavori nel campo della cura degli anziani e dei disabili, in modo da attrarre più australiani a lavorare in questo campo, ha spiegato Canini.
Dall’altra suggerisce, se questo non si verificasse, di attivare un progetto pilota di visti permanenti speciali per questo tipo di occupazione, con l'obbligo di rimanere a lavorare nel settore per almeno quattro anni.
"Al momento per sponsorizzare un carer c'è bisogno di un cosiddetto Labour Agreement, che è un accordo personalizzato tra l'istituto di cura e il governo ed è un processo molto complesso", ha spiegato Canini.
Questo progetto poi potrebbe essere revocato dal momento in cui il settore non sarà più in crisi.
Visti a punti
Per quanto riguarda i visti a punti, oltre a togliere le restrizioni sulla lista delle occupazioni, il rapporto suggerisce di aumentare il punteggio per chi ha esperienza lavorativa in Australia ma a seconda dello stipendio, e cioè più lo stipendio è alto e più punti una persona dovrebbe acquisire.
Riconoscimenti professionali e delle licenze
La Commissione raccomanda "di creare delle collaborazioni con alcuni Paesi, con lo scopo di attivare dei riconoscimenti reciproci per le qualifiche o al limite per chiedere al candidato di studiare soltanto le parti mancanti dal suo corso di studio iniziale, piuttosto che ricominciare da capo tutto un percorso di laurea", ha spiegato Canini.