Sono diversi mesi che la popolazione dello Sri Lanka protesta contro il nuovo Premier Ranil Wickremesinghe e contro il Presidente Gotabaya Rajapaksa e un'escalation ha portato al raggiungimento delle residenze private dei due politici, che si sono visti costretti alla fuga e a cui è stato imposto di dimettersi.
Le immagini registrate coi cellulari dei manifestanti mostrano uomini che nuotano nella piscina del presidente, e donne in palestra a sollevare pesi.
“La protesta è pacifica", racconta il corrispondente dal sud-est asiatico Carlo Pizzati.
"Sono stati trovati 50.000 dollari in contanti, nascosti all'interno dell'abitazione di Gotabaya Rajapaksa e sono stati restituiti alla polizia", ha raccontato Pizzati.
Questo, secondo il giornalista, ci fa capire che la protesta è organizzata da "persone consapevoli e con una coscienza politica, non da dei ladroni che vogliono solo creare caos”.
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Quello che si evince da quanto sta accadendo è che ci sia “un senso di responsabilità dal profondo del disastro che sta accadendo sotto gli occhi di tutti”, ha continuato Pizzati ai microfoni di SBS Italian.
“La mancanza di carburante, necessario anche a permettere il rifornimento di cibo e cucinare, la consapevolezza che non ci sono più medicine, che gli ospedali sono nel caos, che non ci sia più disponibilità di valuta straniera per acquistare merce importata, ha fatto sì che dopo mesi di proteste si arrivasse a questo punto”.
La crisi in cui si trova il Paese sembra essere sia politica che strutturale, infatti i manifestanti hanno chiesto le dimissioni sia di Gotabaya Rajapaksa che del suo avversario politico, spiega Pizzati.
"Lo Sri Lanka si trova in una situazione molto complicata al momento; il suo debito è così pesante che anche gli enti internazionali, compresi FAO e Fondo Monetario Internazionale sono in difficoltà nel mettere in piedi una struttura di aiuti", conclude il giornalista.
Ascolta l'intervento integrale di Carlo Pizzati: