18 luglio 1969 - 11 agosto 1973; a quattro anni di distanza nascono Francesco Di Gesù, in arte Frankie hi-nrg mc, e l’hip hop. È stato questo ragazzo nato a Torino a portare per primo nelle case degli italiani questa nuova forma d’arte proveniente dagli Stati Uniti, pubblicando nel 1993 l’album Verba Manent, primo disco rap in italiano ad essere distribuito da una major.
A ventisei anni di distanza dal suo esordio, Frankie hi-nrg mc decide di raccontare in un libro due storie parallele, la sua e quella del rap, che a un certo punto si incrociano e danno vita ad una vera e propria rivoluzione culturale e artistica che negli anni Novanta porterà milioni di ragazzi ad avvicinarsi a questo nuovo stile musicale. “Faccio la mia cosa”, edito da Mondadori, non è una semplice autobiografia, ma una vera e propria fonte di informazioni che riguardano l’hip hop, ma anche la storia d’Italia.
La mia vita e quella dell’hip hop per anni sono andate avanti parallelamente senza neanche sfiorarsi. A un certo punto sono inciampate l’una sull’altra e per mia fortuna sono stato tra i pochissimi, e quindi tra i primi, a credere in questa nuova forma d’arte

Frankie Hi-NRG MC, al secolo Francesco Di Gesù, con Jovanotti, al secolo Lorenzo Cherubini. Source: Facebook
Gli esponenti della trap non solo non guardano al passato, ma lo ritengono addirittura inutile
"Questo - prosegue Frankie - per quanto sia comunque un approccio quantomeno originale, comporta un sacrificio e uno spreco: se non conosci le cose vecchie rischi di studiare tantissimo e lavorare alacremente su qualcosa che credi di inventare, ma in realtà è stato già fatto trent’anni prima.”
Faccio la mia cosa non è soltanto una piacevolissima lettura, ma può essere anche una chiave per riuscire a comunicare meglio con i giovani: “È un libro che si può regalare ai giovani, specialmente in forma cartacea, per stimolarli. È fondamentale comunicare con i ragazzi anche quando ci sembra impossibile stabilire un punto di contatto con loro. In fondo è successa la stessa identica cosa con le generazioni precedenti, a un certo punto c’è sempre uno strappo. Solo con il dialogo è possibile creare il futuro. Parlate chiedete, comunicate con i giovani che conoscete, farà bene a loro ma soprattutto a voi.”