Torna in scena "Looking for Alibrandi": crescere tra due culture, ora come allora

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Jennifer Vuletic, Lucia Mastrantone e Chanella Macri. Credit: Photo by Matt Byrne

Torna in scena "Looking for Alibrandi". La versione moderna dell’opera-simbolo dell’identità italoaustraliana estende la riflessione sull’appartenenza ad altre comunità migranti, mantenendo intatto il nucleo emotivo della storia.


Nella Sydney degli anni Novanta, una giovane ragazza italoaustraliana cerca di definire se stessa in una società che la guarda con occhi ambivalenti. Questo è il cuore pulsante di Looking for Alibrandi, l’adattamento teatrale del celebre romanzo di Melina Marchetta, che torna in scena dall’11 al 15 giugno al Riverside Theatre.

Ma se la storia è la stessa, qualcosa è cambiato. Non solo sul palco, ma dentro chi quella storia continua a raccontarla con passione, come l’attrice Lucia Mastrantone, che da anni dà volto e corpo a due figure centrali del racconto: Cristina, la madre della protagonista Josie, e Sara, l’amica.
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Chris Asimos e Lucia Mastrantone. Credit: Photo by Matt Byrne

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La forza dello spettacolo è nella capacità di reinventarsi, di trovare un nuovo pubblico, una nuova urgenza. Perché, come ha raccontato Mastrantone, la storia delle donne Alibrandi non è mai davvero passata di moda. E ogni volta che lo spettacolo va in scena, anche per chi lo interpreta, si apre uno spazio di risonanza personale e collettiva.

"Quando ho comiciato questo progetto, i miei figli erano piccoli. Ora mi sento come Cristina. Io ho sempre avuto una carriera, ho sempre seguito una passione, ma adesso mi manca il mio ruolo di madre. Penso a Cristina che vede la figlia andarsene da casa", racconta l’attrice al microfono di SBS Italian.

Se nella versione originale era la comunità italiana a rappresentare il “diverso” all’interno della società australiana, la regia contemporanea amplia lo sguardo, portando in scena un’Alibrandi moderna, proveniente da un’altra ondata migratoria. La protagonista Chanella Macri è infatti italo-samoana.
Cristina è una figura chiave: una donna che ha cresciuto la figlia da sola, portando con sé il peso della vergogna in una comunità che giudicava. È lei la cerniera tra due generazioni e due culture, portatrice di un passato ingombrante e insieme di un amore radicale.

"Io provengo da [una famiglia di] contadini... però trovo ricchezza in queste storie e sono orgogliosa delle mie radici", dice Lucia, con parole che ribaltano lo stigma dell’origine e lo trasformano in risorsa. Non un ostacolo, ma una forza da cui partire per costruire il proprio modo di stare al mondo.

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Se Looking for Alibrandi è sempre stato uno spettacolo che parlava al cuore della comunità italoaustraliana, oggi si apre a un pubblico ancora più vasto. In scena ci sono ancora tre generazioni di donne: la nonna, simbolo del rigore e della tradizione; la madre, portatrice del trauma e del cambiamento; la figlia, desiderosa di trovare una strada tutta sua.

Ma queste tre voci, un tempo tutte italiane, ora si fanno specchio di una società che è cambiata. Come osserva Mastrantone: "Questa è la nuova ondata: non sono europei, ma provengono da Samoa, da Paesi africani, dall'Asia, e così l’Australia si arricchisce con queste culture diverse".
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Chanella Macri, nel ruolo di Josie. Credit: Photo by Matt Byrne
Il passaggio è netto, ma coerente: Looking for Alibrandi non tradisce il suo nucleo, lo espande. Resta il dramma dell’inadeguatezza, resta il conflitto tra genitori e figli, resta il bisogno di trovare un posto nel mondo.

"Ogni famiglia ha un segreto. Ogni famiglia ha la guerra - la guerra familiare. Da lì si sviluppa l’empatia", dice ancora Mastrantone.

La storia di Josie – e con lei quella di Cristina, di Sera, della nonna e di tutte le Alibrandi, è il racconto di chi cresce tra due mondi, senza mai sentirsi completamente a casa in nessuno dei due. Ma è anche il racconto di chi, alla fine, trova la propria voce. Ed è proprio questa voce, ibrida, piena di sfumature, che risuona forte sul palco.

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Lo spettacolo sarà in scena al Riverside Theatre, dall’11 al 15 giugno.

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