L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche era sorta dopo la Rivoluzione d'Ottobre con la quale i bolscevichi avevano messo fine all'Impero Russo, abolendo la proprietà privata e bandendo la religione.
Lo Stato nato ufficialmente il 30 dicembre 1922 era composto da 15 Repubbliche, la più grande delle quali era la Russia, ed era il più esteso del mondo con oltre 22 milioni di km quadrati. Pari a un sesto delle terre emerse.
In breve:
- Nata un secolo fa sulle ceneri dell'Impero Russo, l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche si è dissolta nel 1991
- Nel corso dei suoi 70 anni di storia, l'URSS si è imposta come superpotenza mondiale in contrapposizione agli USA
- I due Paesi non arrivarono mai allo scontro militare, ma sono stati protagonisti di quella che venne ribattezzata Guerra Fredda

Piazza Rossa di Mosca - Un nostalgico del partito comunista con una bandiera che ritrae due dei simboli dell'URSS, Lenin e Stalin Source: EPA
Le cause del crollo? Un'economia non concorrenziale e il fallimento ideologico del comunismo
Dopo la vittoria nella seconda guerra mondiale contro le potenze dell'Asse, l'Unione Sovietica divenne una superpotenza economica e militare ed impose il suo sistema ideologico, politico e sociale anche fuori dei confini nazionali, soprattutto in Europa Orientale e in molti Paesi in via di sviluppo.
Il suo scontro con il blocco occidentale e in particolare con gli Stati Uniti, portò alla cosiddetta Guerra Fredda, conclusa solo con la dissoluzione dell'URSS.
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Russia e Ucraina ai ferri corti
All'indomani delle dimissioni di Mikhail Gorbaciov e della separazione delle Repubbliche baltiche di quelle centro-asiatiche, l'8 dicembre 1991 i leader di Russia, Bielorussia e Ucraina firmarono a Minsk un trattato che sancì la fine dell'Unione Sovietica e istituì al suo posto la Comunità degli Stati Indipendenti.
Dopo quasi 70 anni, l'URSS veniva così ufficialmente sciolta dal Soviet supremo.
Riascolta qui l'analisi del giornalista Giuseppe D'Amato:
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