Lo studio è partito dall'idea che, identificando la differenza fra cellule tumorali e quelle normali, sarebbe possibile sviluppare dei trattamenti mirati efficaci.
Ricercatore al Children’s Cancer Institute dal 2013, il dottor Vittorio vuole comprendere meglio i tumori infantili aggressivi, in particolare neuroblastoma e gliomi.
"Ho iniziato osservando un tipo di tumore che colpisce bambini dai due mesi ai cinque anni", spiega ai microfoni di Sbs Italian, "facendo particolare attenzione al comportamento del rame. Si è scoperto che questo metallo, comunemente presente nel corpo umano e molto importante quando contenuto a livelli bassi, in questi soggetti cresce fino a sei volte".
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Questo rappresenta un problema perché il rame consente al tumore di produrre energia, come fosse benzina, e quest'ultimo lo usa per il suo nutrimento, rubandolo a tutte le altre cellule.
La scoperta fondamentale del Dott. Orazio Vittorio è che il rame permette al tumore di nascondersi dal sistema immunitario.
Quest'ultimo rappresenterebbe "l'arma più potente che abbiamo a disposizione nella lotta contro le malattie e dovrebbe riconoscere il tumore ed ucciderlo. A causa dell'eccesso di rame, però, il tumore si nasconde al radar del sistema immunitario, continuando a crescere indisturbato".
"Se noi riusciamo a fare un training al nostro sistema immunitario per fare in modo che riconosca il tumore e facciamo in modo che sia questo stesso ad attaccare e distruggere il tumore, allora abbiamo in mano la migliore cura che possiamo trovare", ci spiega.
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Quello che è stato fatto quest'anno al Children's Cancer Institute di Sydney è stato prendere una terapia già esistente per altri tipi di malattie, che serve appunto per abbassare il livello di rame nel fegato, e testarla su topi affetti dal particolare tipo di cancro che interessa lo studio.
Abbiamo scoperto che in questo modo si riusciva a svegliare il sistema immunitario, che a quel punto ha riconosciuto il tumore riuscendo ad ucciderlo" continua Orazio.
Questa grandiosa scoperta è stata riportata su diverse pubblicazioni scientifiche e ha messo in contatto gruppi di medici e ricercatori da tutto il mondo, che contemporaneamente hanno studiato e scoperto cure simili in altri tipi di tumore, come quello al seno negli Stati Uniti o il cancro al polmone in Europa.
Ora questi team stanno cercando di unire le loro forze per portare questo tipo di terapia dai laboratori ai pazienti.
Il dottor Vittorio ha provato la terribile esperienza di essere paziente anziché medico, quando nel 2009 gli è stato diagnosticato un tumore al fegato.
"Il [mio] tumore ha intensificato i miei studi e la voglia di sconfiggerlo, in modo che nessuno debba più soffrire per questa malattia, specialmente i bambini", spiega Vittorio, mentre ci racconta che da allora la sua vita è molto cambiata.
Non solo ha sconfitto il cancro che l'aveva colpito, ma è nel frattempo diventato marito e padre di tre bambini che rappresentano il suo "vero lavoro a tempo pieno", scherza, aggiungendo che l'attività di ricercatore "è solo un hobby".
Scherzi a parte, la strada è ancora lunga e il lavoro da fare è tanto.
"Sto cercando di allargare il mio team con le migliori menti provenienti anche dall'italia, che in fatto di talenti non ha nulla da invidiare a nessuno", racconta.
"Qui in Australia la strada per la ricerca è più semplice e se si hanno idee vincenti allora si hanno buone opportunità. Quello che manca forse in Italia è il fund raising, i nostri studi in Australia sono sostenuti da donazioni, cosa che in Italia purtroppo non è così semplice", conclude, ringraziando tutti coloro che hanno donato e permesso quest'importantissima scoperta.
Ascolta l'intervista:
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