A partire da luglio 2018, chi entrerà in Australia come immigrato dovrà attendere 3 anni prima di poter accedere ai servizi di previdenza sociale, anziché due anni come accade oggi.
Il Ministro del Tesoro Scott Morrison ha annunciato questa decisione insieme alle altre misure di Governo contenute nella revisione di bilancio di metà anno finanziario. Morrison ha approfondito i dettagli dei tagli consistenti al sistema di previdenza sociale.
I tagli dovrebbero ridurre di 1,2 miliardi di dollari la spesa sociale per servizi come il congedo parentale, l'indennità di assistenza e il sostegno alle famiglie. Ad esempio, chi vorrà portare i propri familiari in Australia tramite visto di ricongiungimento familiare dovrà garantire la loro autosufficienza economica.
Sono previste tuttavia delle eccezioni rispetto a gruppi ritenuti 'a rischio' o 'vulnerabili' e verso cittadini neozelandesi con figli.
Il ministro Morrison ha definito i tagli necessari per migliorare le condizioni economiche generali del paese.
I risparmi annunciati dal governo Turnbull costeranno molto alle comunità etniche, secondo la presidente della Federation of Ethnic Communities' Councils of Australia (FECCA) Mary Patetsos.
"We believe that it's disappointing to focus on a fairly vulnerable group just as they're trying to make the best of settling in a new country”. Mary Patetsos
I periodi di attesa verranno estesi per i neoimmigrati sia per il congedo parentale retribuito, sia per la Carers Allowance e il Family Tax Benefit.
Secondo Patetsos chi immigra ha bisogno di aiuto soprattutto inizialmente, per trovare alloggio e lavoro. L'estensione del periodo di attesa colpirà, a suo parere, in particolare le donne e le famiglie.
Ma per il Ministro della Finanze Matthias Cormann questa è la decisione giusta. Corman ha dichiarato che il Governo non vuole offrire aiuti economici agli immigrati appena arrivati ma ha sottolineato come alcune categorie di persone sono esenti da questi tempi di attesa, per esempio i rifugiati.
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