Quella di quest'anno sarà la trentaseiesima spedizione italiana nell'Antartide, ed è stata contrassegnata, in questo difficile 2020, dall'esigenza di scongiurare l'introduzione del COVID-19 nell'unico continente ancora COVID-free.
Nonostante la pandemia la missione si svolgerà, ma in chiave minore, per garantire la sopravvivenza della base e dei progetti scientifici.
"Quest'anno è un anno particolare, siamo molti meno nella spedizione proprio per limitare il rischio legato al COVID, e abbiamo dovuto ridurre le attività mantenendo quelle essenziali", spiega l'astronomo e fisico dell'atmosfera Rodolfo Canestrari.
In evidenza
- La XXXVI missione italiana in Antartide ha preso il via a fine ottobre
- L’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, è l’Ente incaricato di coordinare le attività logistiche del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide
- Una squadra di dodici persone, tra cui Rodolfo Canestrari, resterà oltre un anno nella stazione Concordia
"Siamo arrivati ad Hobart il 16 di ottobre", ci ha spiegato, "e da quel giorno abbiamo cominciato una quarantena molto stretta, ognuno nella propria camera d'albergo".
Finita la quarantena la squadra di Canestrari è comunque restata in hotel, in attesa di potersi imbarcare sul volo per l'Antartide.
Un'altra squadra, destinata a riaprire la stazione Mario Zucchelli sulla Baia di Terranova, è partita per prima da Christchurch. Quella di Canestrari ha dovuto attendere fino al 12 novembre, qualche giorno dopo la registrazione dell'intervista, a causa di alcuni problemi tecnici e delle condizioni meteorologiche avverse che hanno imposto dei ritardi.
Questa seconda squadra dovrà raggiungere, dopo una tappa alla Zucchelli, la stazione Concordia, che si trova sul plateau antartico ad oltre 3.200 metri di altitudine.

Rodolfo Canestrari and his team waiting to be embarked in Hobart Source: Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA)
La stazione Concordia è aperta tutto l'anno, è una delle poche, tre in tutto, aperte 12 mesi
Per Canestrari questo sarà il primo viaggio in Antartide. Astronomo di base a Palermo, ha risposto alla call del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), superando la selezione e partecipando poi all'addestramento, per prepararsi dal punto di vista tecnico ma anche psicologico e mentale.
"Abbiamo un check-up molto esteso dal punto di vista fisico, perché durante il periodo invernale noi siamo isolati, non possiamo dare soccorso né riceverne, o essere evacuati", quindi è essenziale essere in buona salute, spiega.
"Non bisogna essere super eroi, super atleti, ma bisogna essere in buona salute fisica", sottolinea Canestrari, e naturalmente bisogna avere un certo equilibrio mentale, "anche se forse bisogna essere un po' pazzi sotto certi aspetti per fare questa esperienza", conclude ridendo.
Per chi sta imparando l'italiano:

Episodio #93: L'esploratore da record finisce il viaggio nell'Antartide
"Siamo un team di 12 persone selezionate, ognuno ha il suo ruolo specifico", racconta, ruoli che possono essere tecnici o scientifici.
Ma cosa rende l'Antartide cruciale e importante per le ricerche scientifiche?
"È un continente unico al mondo, per una serie di motivi: è il più isolato, il più freddo, il più secco, il più estremo. È quello che all'interno non ha vita (...) lontano dalle attività e dall'inquinamento del mondo, è un laboratorio ottimale per poter studiare la Natura o come essa viene perturbata dalle attività dell'uomo", spiega Rodolfo Canestrari.
La missione si preannuncia non priva di difficoltà. Le temperature alla stazione concordia possono scendere a -80°, con una temperatura percepita di -100°, e alcuni ruoli, incluso quello di Canestrari, impongono uscite quotidiane anche in pieno inverno.
Ma l'astronomo, pur con qualche trepidazione al pensiero del lunghissimo isolamento che aspetta lui e il suo team, non vede l'ora di poter vedere il cielo della notte perenne del lungo inverno australe.

The arrival of the first team at the Zucchelli station Source: Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA)
Per rimanere in contatto con familiari e amici ci sarà una connessione internet satellitare, anche se di potenza limitata.
Intanto il primo scoglio è raggiungere la stazione Zucchelli (circa quattro ore e mezza di volo), e da lì la Concordia (altre cinque ore di volo). Poi, a partire da gennaio, il lungo periodo di isolamento assoluto.
"Noi siamo quanto di più simile agli astronauti che fanno un viaggio interplanetario", ricorda Canestrari, tanto che l'Agenzia Spaziale Europea studierà gli impatti sul fisico e la psicologia dei dodici ricercatori della Concordia.
Ascolta l'intervista integrale a Rodolfo Canestrari:
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