Anche l'Australia celebra, dal 23 al 29 Novembre 2020, la V edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo. Ne parliamo con Rachele Grassi, amministratrice delegata della Camera di Commercio Italiana a Sydney.
Il progetto è nato nel 2016 con lo scopo di promuovere la qualità della cucina italiana e dei prodotti del Bel paese, con un'attenzione particolare alla dieta mediterranea, ed è promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali, al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo.
Quest'anno in Australia ci sono in programma una serie di Masterclass online con vari temi dedicati ai valori nutrizionali e di benessere della cucina italiana, della lotta agli sprechi alimentari e del contrasto all’Italian sounding nel mondo enogastronomico.
Al centro della edizione del 2020 ci sono i sapori della cucina delle regioni italiane e i 200 anni dalla nascita di Pellegrino Artusi, "la prima persona a scrivere una guida sulla cucina italiana dopo l'unità d'Italia", come ci racconta Rachele Grassi.
Una tradizione di lunga data, per celebrare il ruolo del patrimonio enogastronomico delle tante e diverse regioni e territori d'Italia.
Il riferimento a Pellegrino Artusi, padre della cucina domestica italiana, mira a valorizzare la ricchezza che la varietà delle tradizioni culinarie locali italiane ma anche la genuinità e la sostenibilità dell'intera filiera, incarnando i principi e i valori della dieta mediterranea, a dieci anni dal suo riconoscimento da parte dell'UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Prendendo spunto dalla guida di Artusi la Camera di Commercio Italiana di Sydney ha pilotato un progetto sostenuto dal Consolato Generale di Sydney e dall'Istituto Italiano di Sydney, con il supporto di ENIT e ha ideato una pubblicazione: "Cucina Italiana: a guidebook to Italian dining"
L'iniziativa, voluta da ISNART, Istituto Nazionale Ricerche Turistiche, certifica i ristoranti che garantiscono un alto standard di italianità, attraverso l'utilizzo di prodotti autentici italiani certificati, il curriculum italiano dello chef, la carta dei vini ed alti parametri.
Tutte le documentazioni sono raccolte dalle Camere di Commercio e inviate in Italia, dove viene prodotto il documento ufficiale con il benestare della Repubblica Italiana.
"Siamo contenti della visibilità e del riconoscimento che possiamo concedere a quei ristoratori che, con impegno e non poco sforzo, mantengono alti gli standard di una proposta gastronomica autentica, in particolare nell'anno in cui la pandemia ha colpito così duramente questo settore", conclude Rachele Grassi.
Ascolta l'intervista:
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