Il mese di ottobre 2021 ed i suoi "Freedom Days" sembrano lontanissimi.
Eppure, sono passati solamente circa 100 giorni da quando a Sydney e Melbourne - rispettivamente l'11 ed il 22 ottobre - le persone festeggiavano la fine dei lockdown precipitandosi nei locali a mezzanotte, come ad esorcizzare un incubo durato quasi due anni.
Quell'aria di spensieratezza e libertà, a dire di molti, si sarebbe tradotta in una stagione estiva in pompa magna per i ristoranti e per tutto il mondo dell'hospitality. Purtroppo, però, un primo bilancio sembra smentire queste rosee aspettative.
Punti chiave
- Al termine dei rispettivi lockdown, si pensava che l'estate sarebbe stata la stagione della riscossa per ristoranti e locali, dopo quasi due anni di restrizioni
- La variante Omicron ha invece scombussolato i piani dei ristoratori, visto che, a loro dire, si respira comunque "aria di lockdown", con strade deserte e clienti che latitano
- L'assenza di aiuti governativi e la carenza di personale rendono la situazione ancora più complicata
Si potrebbe pensare che, essendo gennaio il mese in cui la stragrande maggioranza delle persone va in vacanza, la "folla" di clienti si sia semplicemente spostata dalle città alle località turistiche.
A sentire cosa dicono gli addetti ai lavori, però, la situazione non è proprio così, anzi. Secondo loro, infatti, la paura di venire a contatto con la variante Omicron sta tenendo lontano i clienti sia nei cosiddetti CBD sia nelle località di villeggiatura.
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Questo problema va ad aggiungersi a quello relativo alla carenza di personale, che non contribuisce in nessun modo a migliorare le condizioni in cui versa l'hospitality.
Abbiamo parlato con Nicola Dusi e Lorenzo Tron, ristoratori a Melbourne, e Giada Giuntoli, cameriera in un pub di Melbourne, ed abbiamo ascoltato le loro impressioni su questa situazione.
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