ANZAC Day e le guerre dimenticate

Members of the Frontier war contingent prepare to lay a wreath at the stone of remembrance at the end of the ANZAC Day march at the Australian War Memorial in Canberra, Tuesday, April 25, 2017. (AAP Image/Lukas Coch) NO ARCHIVING

AAP Image/Lukas Coch Source: AAP

Mentre l'Australia commemora ANZAC Day e i caduti di Gallipoli, alcuni si chiedono perché manchi un analogo riconoscimento a livello nazionale delle guerre di frontiera.


Le guerre di frontiera si riferiscono ai conflitti tra popolazioni indigene e europei avvenuti subito dopo l'arrivo di questi ultimi.


Quasi 200 anni fa, la Tasmania è stata sede di uno dei conflitti interni più tragici della storia australiana, un conflitto che ha visto i colonizzatori bianchi combattere contro gli indigeni australiani per la conquista di terreni fertili.

Il primo contatto documentato tra indigeni della Tasmania ed europei risale al 1772, ma dovranno passare altri 58 anni prima che le ostilità iniziate nei primi anni si trasformassero in una vera e propria guerra.

Nel 1830, infatti, il vice-governatore George Arthur ordinò di formare la cosiddetta black line (linea nera), una catena umana di oltre 2000 soldati, coloni e detenuti che attraversò lo stato nel tentativo di rimuovere gli ultimi indigeni.
 
Andry Sculthorpe, del Tasmanian Aboriginal Centre, racconta che nel giro di brevissimo tempo la situazione diventò catastrofica per i nativi della Tasmania.

Pur non essendo mai stata riconosciuta ufficialmente, è noto che la cosiddetta Black War abbia sterminato quasi completamente la comunità indigena della Tasmania.

Tra le vittime della guerra vi furono anche centinaia di europei, mentre i danni economici alle colonie furono altissimi.

Secondo il dottor Nick Clements, storico e autore, la Black Line e l'intera guerra furono un disastro per gli indigeni e i non indigeni della Tasmania.

Nonostante la campagna della Black Line fu un fallimento, gli europei riuscirono comunque ad ottenere il controllo della Tasmania.

Oggi, a distanza di secoli, gli storici continuano a sollecitare il riconoscimento formale del conflitto.

Secondo Clements, questo riconoscimento è non solo necessario, ma inevitabile.

Il dibattito su come e dove dovrebbe svolgersi questo riconoscimento resta aperto, e l'incapacita di giungere ad un accordo è diventato uno degli ostacoli al progetto stesso.

Alcuni ritengono che l'Australian War Memorial a Canberra sia il luogo migliore per una cerimonia di riconoscimento formale, ma secondo il dottor Brendan Nelson, direttore del War Memorial, la sede ideale sarebbe il National Australian Museum.

Le guerre di frontiera non sono infatti riconosciute ufficialmente come guerre dal governo australiano perché non hanno mai coinvolto l'esercito regolare australiano.
 
Per questa ragione non esiste a tutt'oggi un luogo ufficiale dove commemorare i caduti di questi conflitti.



 


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