Sin dalla tenera età, Michele Trenti guardava le stelle dalle Alpi del Trentino e si chiedeva quale potesse essere la loro origine.
Dopo essersi laureato ed aver ricevuto il dottorato alla Normale di Pisa, il professor Trenti ha cominciato a viaggiare per il mondo per fare ricerca, approdando prima al STScI di Baltimora, poi all'Università di Cambridge, per arrivare infine alla University of Melbourne, dove oggi è professore associato in fisica.
Punti chiave
- Il governo australiano ha stanziato 3,95 milioni di dollari per la costruzione del satellite SpIRIT.
- L'Agenzia Spaziale Italiana fornirà al team capitanato dal Professor Trenti un innovativo rivelatore di raggi X.
- Il satellite dovrebbe entrate in orbita nel 2022.
Nel giugno del 2020, il professor Trenti ed il suo team hanno ricevuto un finanziamento da parte del governo australiano per la costruzione di SpIRIT (Space Industry Responsive Intelligent Thermal Satellite), un satellite che "sarà delle stesse dimensioni di una scatola delle scarpe, e avrà quindi dei costi molto più contenuti rispetto ai grandi telescopi come Hubble".
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La prima "foto" di un buco nero
"Spirit è un telescopio che osserva l'universo ad alta energia e ci permetterà dunque di osservare le esplosioni cosmiche", continua il professor Trenti.
Questo non è solo un progetto dallo stampo scientifico, ma anche un progetto tecnologico ed industriale che ha il fine di "accrescere il livello di maturità dell'industria spaziale australiana, con l'obiettivo di triplicare la forza lavoro che opera in questo settore".
Questo progetto vedrà anche la partecipazione dell'Agenzia Spaziale Italiana, che fornirà uno strumento a raggi X e Gamma che permetterà agli astrofisici di proseguire negli sforzi di ricerca.
Il professor Trenti ha affermato che "Come italo-australiano mi sento molto orgoglioso di fare parte di questo progetto che vede la collaborazione di queste due organizzazioni", ha affermato Trenti.
Il nuovo satellite dovrebbe entrare in orbita nel 2022.
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