Meenakshi Carboni ha 17 mesi e vive con papà Vignesh Chandrashekaran nato in India meridionale, e papà Andrea Carboni, originario della Sardegna.
Le vicende della famiglia arcobaleno di Sydney sono raccontate tramite video e foto sul profilo Instagram "Dads of Meenakshi".
“Su Instagram ci sono diversi profili di coppie omogenitoriali, ma tendono ad essere bianche e spesso sono americane. In particolare, non ci sono molti indiani e Vignesh —che ha creato e cura il profilo — ha sentito l’esigenza di essere rappresentato e far vedere che possono esserci coppie omogenitoriali e multiculturali," ha raccontato Carboni a SBS Italian.
"Voleva essere essere un po’ la voce di queste realtà”, ha aggiunto.
Il profilo conta oltre 42 mila follower di cui la maggior parte sono donne che vivono in India.
Il numero di persone che hanno risposto in maniera positiva è stato "incredibile", ha affermato Carboni.
"L’idea di continuare con ‘Dads of Meenakshi’ l’abbiamo avuta perché tante persone hanno utilizzato questo profilo come veicolo per fare 'coming out' tra ragazzi giovani in India e hanno mostrato ai propri genitori che una famiglia normale può esistere anche nei parametri di essere gay”.
In molti si sono rivolti ai ”Dads of Meenakshi” con domande e curiosità sul ruolo dei genitori, sulle modalità di insegnamento delle rispettive culture e lingue e rarissimi sono stati gli attacchi o le critiche, fatto per Carboni piuttosto sorprendente.
L’avventura verso la genitorialità per la coppia ha avuto inzio diversi anni fa in Nuova Zelanda e si è coronata in Australia con l’arrivo di una bimba nata tramite surrogazione di maternità negli Stati Uniti.
La coppia ha dovuto attraversare diversi ostacoli burocratici, aggravati dall’arrivo della pandemia.
Ogni Paese regola secondo leggi specifiche la surrogazione di maternità. In Australia, la “surrogazione altruistica”, che non prevede remunerazione per la donna che porta a termine la gravidanza, è legale.
In Italia la pratica è illegale, e può essere punita con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.
“Ho tanti amici italiani che hanno fatto lo stesso percorso e non vivono in Italia e ne parlo [spesso] con loro; è una cosa un po’ triste", ha raccontato Carboni.
"È alienante per noi: vogliamo che i nostri figli abbiano un senso di identità italiana che può essere trasmesso tramite la lingua, la cultura, le tradizioni ma anche il documento, ovvero il passaporto".
"Purtroppo questo per Meenakshi non è possibile e temo non lo sarà per molti, molti anni”, ha affermato Carboni.