"Io non volevo fare lo scrittore, volevo fare il calciatore. È tutto vero! Ero anche abbastanza bravo. Poi a 17 anni mi ha rotto il ginocchio un terzino che si chiamava Nemo, quindi proprio un segno del destino", ci raccontava scherzosamente Stefano Benni in questa intervista, registrata in occasione di una sua visita in Australia durante la quale tenne alcuni incontri con il pubblico a Melbourne e Brisbane.
Dopo un esordio come giornalista sportivo, Benni debuttò con il suo celebre libro "Bar Sport" nel 1976, considerato un classico della letteratura umoristica italiana.
"Parla di un bar che non esiste più, perché è il bar degli anni '60 e '70, quando non c'era la televisione, e c'è il gusto di raccontare che è del paese dove sono nato, che era un piccolo paese dove il bar non era solo il luogo maschile dove si andava a pigliare il caffè, è proprio il luogo delle storie, dove si raccontavano le storie", ricordava Benni ai nostri microfoni.
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Stefano Benni ritratto a Torino nel 2014. Source: LightRocket / Pacific Press/LightRocket via Getty Images
Tra i suoi libri più famosi ricordiamo anche Terra!, La compagnia dei celestini, Baol, Comici spaventati guerrieri, Saltatempo, Margherita Dolcevita e Il bar sotto il mare.
Il figlio Niclas nel dare la triste notizia ha lanciato una richiesta: “Come alcuni di voi sapranno, Stefano era molto affezionato al reading come forma artistica, lettura ad alta voce – spesso accompagnato da musicisti”.
“Quindi, se volete ricordarlo, vi invito in questi giorni a leggere le opere di Stefano che vi stanno più a cuore a chi vi sta vicino, ad amici, figli, amanti e parenti. Sono sicuro che, da lassù, vedere un esercito di lettori condividere il loro amore per ciò che ha creato gli strapperebbe sicuramente una gran risata. Grazie”.