In questi ultimi anni, il prosecco è sicuramente il prodotto di origine italiana che si è fatto più spazio nel mercato australiano. Moltissimi ristoranti, anche quelli non esclusivamente italiani, hanno almeno un prosecco in carta, anche se spesso si tratta di “made in Australia”.
Luigi Gussago, ricercatore presso La Trobe University, si è interessato al tema, ed ha iniziato un nuovo progetto che ha intitolato Terra!.
In questa ricerca, finanziata dalla Italian Australian Foundation, Gussago va alla ricerca di tutte quelle produzioni agroalimentari di tradizione italiana che negli ultimi 20 anni hanno avuto un impatto ambientale, sociale ed economico in Victoria.
Ed è proprio il prosecco, secondo Gussago, il protagonista di un cambio radicale nelle coltivazioni in Victoria.
Il ricercatore ha rilevato infatti che “la stragrande maggioranza di imprenditori agricoli che si dedicavano alla coltivazione del tabacco, adesso hanno trasformato i loro terreni in vigneti, e producono prosecco in quantità importanti.”
La coltivazione del tabacco, che in Australia è stata resa illegale nei primi anni del 2000, occupava una fetta importante del settore primario. Basti pensare che ancora oggi continuano ad essere scoperte piantagioni abusive del cosiddetto chop-chop, ossia il trinciato destinato al mercato nero.

Manifattura di tabacco in Australia nel 1933. Source: Wikimedia Commons
Per dare un’idea dei quantitativi, negli ultimi sei anni sono stati sequestrati quasi 600 tonnellate di tabacco e quasi nove milioni di sigarette, per un’evasione fiscale che si aggira attorno ai 700 milioni di dollari.
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Nel suo progetto, Gussago analizza l’impatto dei prodotti e delle tecniche agro-alimentari di tradizione italiana sulle campagne del Victoria, e prevede che il prossimo protagonista sarà il pomodoro San Marzano.
“Non mi stupirei se si cominciasse a produrre San Marzano in dosi massicce in Victoria. I prezzi legati alla logistica sono ormai alle stelle.”
Ascolta l’intervista a Luigi Gussago.
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